Roma, 20 feb. (LaPresse) – “Legata alla barella con le lenzuola e senza nutrizione per quattro giorni”. Così, nel corso di un sopralluogo, i senatori Domenico Gramazio e Ignazio Marino sostengono di aver trovato una paziente 50enne, denunciando l’episodio. “La donna è in coma da venerdì, quando è arrivata e da allora viene assistita costantemente. E’ giunta in ospedale con una emorragia cerebrale e anemia acuta e subito le sono state trasfuse tre sacche di sangue. Ha avuto crisi epilettiche e per evitare rischi di cadute è stata assicurata, non legata, alla barella”. A dirlo è Giuseppe Giancaspro, responsabile del pronto soccorso medico del Policlinico Umberto I, in seguito al blitz dei senatori Domenico Gramazio e Ignazio Marino che hanno denunciato l’episodio nel nosocomio romano.
“I familiari della paziente, affetta anche da Alzheimer – precisa – erano sin dall’inizio al corrente della grave situazione e del trattamento a cui era sottoposta la donna, compreso il fatto che fosse assicurata alla barella. La paziente è stata idratata per via endovenosa”. Non è un caso isolato quello di pazienti che restano ore in barella al pronto soccorso, con gravi patologie, prima di trovare posto in un reparto. “E’ un fatto – spiega Giancaspro – che purtroppo capita perché per la mancanza di posti letto il pronto soccorso, che dovrebbe solo fornire le prime cure e stabilizzare le urgenze, si trasforma invece in un reparto. Ma in questi casi l’ammalato è comunque sempre assistito e riceve le cure necessarie da personale medico-infermieristico, 24 ore su 24”.
Immediata la reazione del ministro della Salute. “Se sono confermate le informazioni di agenzia a seguito dell’iniziativa di alcuni parlamentari, si tratta di una situazione che non è giustificabile in alcun modo”, ha affermato in una nota il ministro della salute, Renato Balduzzi, in merito alla situazione al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. “Fermo restando le valutazioni di competenza della magistratura- prosegue Balduzzi – non c’è nulla che possa giustificare una tale indegnità: né il sovraffollamento del pronto soccorso per inappropriatezza degli accessi, né le restrizioni di budget connesse con la necessità da parte delle Regioni in piano di rientro, né altre ragioni di emergenza. Dalla ispezione amministrativa che è già in corso e dalla relazione alla presidenza della Regione Lazio già chiesta alla presidenza della Regione Lazio nella giornata di giovedì scorso mi attendo elementi per una individuazione delle cause di tale situazione e dei relativi responsabili”.
“Un episodio vergognoso che getta sconforto circa lo stato della sanità di Roma e Lazio”. Così il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commenta la notizia della donna in coma legata ad una barella per 4 giorni presso il Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. “Non basta scaricare le responsabilità dell’accaduto sulla mancanza di posti letto – prosegue Rienzi -.Siamo di fronte ad una violenza inaccettabile e ad una chiara lesione della dignità umana”.
La democratica Livia Turco parla di “eutanasia di Stato” e se la prende con i tagli alla sanità, commentando il caso del policlinico della capitale. “Casi come quello accaduto oggi a Roma- dice l’ex ministro agli Affari sociali Livia Turco – dimostrano che gli scellerati tagli alla spesa pubblica stanno infliggendo ferite mortali al sistema sanitario nazionale. Ed è ormai sempre più chiara la strumentalizzazione che è stata fatta di alcuni casi eclatanti e dolorosi di persone in fin di vita sulle quali, proprio chi ha tagliato i fondi al servizio sanitario nazionale, ha avuto il cinismo di montare campagne etiche a difesa della vita. Questi presunti paladini della vita dovrebbero avere oggi il coraggio di ammettere che, per colpa di quei tagli, negli ospedali, con medici e infermieri impotenti e privi di mezzi, si arriverà a praticare una strisciante eutanasia di Stato”.
L’assessorato alla Salute della Regione Lazio ha diffuso una relazione clinica sintetica della paziente trovata oggi su una barella al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. Si tratta di una paziente di 53 anni con Alzheimer precoce ed ematoma subdurale giudicata non di competenza chirurgica dal neurochirurgo. La paziente viene inviata al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dall’ambulatorio per il morbo di Alzheimer della neuro B, dello stesso Policlinico, per sospetto ematoma subdurale post traumatico dovuto a ripetute cadute e trauma cranico. La paziente era andata in visita ambulatoriale, infatti, a detta del figlio, perché aveva presentato un improvviso peggioramento con rifiuto dell’alimentazione e disturbi della deambulazione, per cui era caduta ripetutamente. Alle ore 11.17 del 17.02.2012 viene accettata con codice giallo. Vengono eseguiti, nella stessa giornata dell’accettazione, tutti gli accertamenti strumentali e di laboratorio necessari ivi compresi una ecografia aorta addominale e due Tac cerebrale con successiva consulenza neurochirurgica e neurologica. All’esame obiettivo le condizioni generali appaiono scadute, la paziente è vigile ma non collaborante, l’esame obiettivo viene eseguito con difficoltà. La paziente non parla ma è reattiva, non risponde ad ordini semplici. La paziente ha delle crisi convulsive per le quali necessitano terapie specifiche. La paziente risulta agitatissima per cui è necessario procedere a terapie per endovena non potendo somministrarle terapie orali. I familiari acconsentono al contenimento degli arti superiori.
La paziente – si legge sempre nella nota – a causa sempre delle crisi convulsive, non può essere alimentata per bocca. Controindicata per gli stessi motivi anche la nutrizione enterale (con sondino naso-intestinale) che avrebbe potuto causare una polmonite da ingestione. La paziente, quindi, è immediatamente idratata e sostenuta con diversi flaconi di soluzione glucosata e fisiologica. La diuresi risulta regolare. Conseguentemente viene sottoposta a tre trasfusioni con il consenso informato dei familiari. A seguito degli interventi effettuati la paziente risulta stabilizzata con un quadro generale notevolmente migliorato che ha consentito il trasferimento al reparto di neurologia.
“I tecnici regionali -fa sapere il governatore della Regione Lazio Renata Polverini- stanno esaminando il caso in ogni suo aspetto: al termine di questi accertamenti potremo esprimere un giudizio e adottare eventuali provvedimenti sul caso. Dalle prime notizie che abbiamo raccolto, sembra emergere che la paziente sia stata gestita correttamente essendo stata sottoposta a due Tac, una ecografia, tre trasfusioni e assistita nel corso della permanenza al pronto soccorso da un pool polispecialistico di 11 medici”. “A tutela della sanità pubblica e della sua eccellenza – conclude Polverini – e nella massima trasparenza, per evitare strumentalizzazioni, comunicheremo tutte le informazioni in merito al caso”.
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