Palermo, 13 feb. (LaPresse) – Non appena iniziata la verifica fiscale sulla contabilità di un’azienda leader nel palermitano nel settore del recupero di rottami metallici e della demolizione e smaltimento di autoveicoli, con sede nella zona industriale di Carini (Pa) si sono accorti che qualcosa non quadrava: troppi fornitori e pagamenti degli acquisti sempre per contanti. Si trattava di fatture false create ad arte per coprire contabilmente gli acquisti effettuati in nero da raccoglitori di rottami abusivi e sommersi che, in quanto tale, non potevano a loro volta fatturare. Sono ben 5.400 le fatture sequestrate, circa 9 milioni di costi fittizi per abbattere illecitamente le imposte sui redditi, conseguente imposta evasa per oltre 4 milioni di euro e denuncia del socio-amministratore, con riguardo alle dichiarazioni presentate per gli anni 2007, 2008 e 2009. Identificato anche un raccoglitore abusivo, un trentacinquenne di Palermo, di fatto incaricato della materiale redazione dei documenti falsi. Sequestrati due ampi fabbricati ad uso industriale, 6 autocarri, 4 rimorchi, 1 autoveicolo, oltre a tutte le attrezzature e gli impianti. Il tutto è stato affidato ad un amministratore giudiziario per la bonifica dei siti e la prosecuzione dell’attività secondo canoni di legalità.
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