Torino, 26 gen. (LaPresse) – E’ scattata all’alba la maxi retata contro i No Tav che questa estate hanno partecipato agli scontri in Val di Susa, al cantiere di Chiomonte, in particolare il 27 giugno e il 3 giugno. Sono 25 gli arresti, 16 gli obblighi di dimora e numerose le perquisizioni ordinate. Principalmente a Torino, ma anche in molte altre Regioni, dalla Puglia alla Sicilia al Trentino. I reati contestati sono violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale (furono oltre 200 gli uomini delle forze dell’ordine rimasti feriti) e danneggiamento. L’operazione è condotta dalla digos di Torino, che ha svolto le prime indagini, e dalla procura di Torino, che nei giorni scorsi ha emesso le ordinanze.
La battaglia estiva in Val di Susa iniziò il 24 maggio scorso. Quella notte circa 500 No Tav, che occupavano da giorni l’area della Maddalena di Chiomonte, diedero inizio a una sassaiola contro forze dell’ordine e camion degli operai che cercavano di montare le prime reti del cantiere. Il 27 giugno fu il giorno dello sgombero: circa duemila uomini delle forze dell’ordine liberarono l’area occupata – da un mese – della ‘Libera Repubblica della Maddalena dei No Tav’ e vennero montate le recinzioni su un’area di 36mila metri quadrati. I No Tav passarono al contrattacco per riprendersi la zona il 3 luglio, la giornata più dura, sette ore di scontri non stop tra bombe carta e oggetti tirati contro i poliziotti e, dall’altra, lacrimogeni e idranti. Altre giornate simili – ma non di tale intensità – sono seguite nei mesi successivi, fino all’8 dicembre, data dell’ultima manifestazione. E’ sempre stata numerosa, tra i No Tav, la presenza di antagonisti, anarchici e incappucciati, individui vestiti e vestiti di nero provenienti da vari centri sociali italiani.
Le città dove sono eseguite le ordinanza oggi sono Torino, Asti, Milano, Trento, Palermo, Roma, Padova, Genova, Pistoia, Cremona, Macerata, Biella, Bergamo, Parma, Modena. L’operazione è allargata anche alla Francia.
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