Roma, 16 gen. (LaPresse) – Uno dei due ricercati per la sparatoria del commerciante cinese di 31 anni, Zhou Zheng, e della figlia di 9 mesi, Joey, uccisi durante un tentativo di rapina la sera del 4 gennaio nel quartiere Torpignattara di Roma, è stato trovato senza vita in un casolare a Boccea, estrema periferia nord della capitale. L’uomo si sarebbe tolto la vita impiccandosi ad una trave. Si tratta di uno dei due maghrebini ricercati per il duplice omicidio. Accanto al corpo è stato trovato un telefono cellulare che ora dovrà essere esaminato dalla scientifica. L’auspicio è che possa fornire dati utili non solo per ricostruire la dinamica del suo gesto, ma anche per rintracciare il secondo killer ancora latitante e su cui pende un mandato d’arresto. Inoltre, accanto al cadavere è stato trovato del veleno per topi. L’uomo, prima di impiccarsi, potrebbe averlo ingerito, ma sarà l’autopsia a chiarire i dubbi sulla sua morte. Stando a un primo esame del corpo, il ragazzo maghrebino sarebbe morto da almeno tre-quattro giorni.

A ritrovare il corpo sono stati alcuni giocatori di soft air. Il ritrovamento è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio. Il casolare dismesso dove lo straniero si è impiccato è infatti usato per il soft air, un gioco simulato in guerra, in cui i partecipanti si sparano con proiettili contenenti vernice. Nessun documento utile all’identificazione è stato trovato dagli inquirenti.

La notizia del ritrovamento è stata confermata dalla procura di Roma dove si è svolto un vertice tra il procuratore reggente Giancarlo Capaldo, l’aggiunto Pierfilippo Laviani e il colonnello dei carabinieri Lorenzo Sabatino, responsabile del Nucleo investigativo di via in Selci.

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