Porto Santo Stefano (Grosseto), 14 gen. (LaPresse) – A 24 ore dall’incidente della Costa Concordia, la nave da crociera che venerdì sera si è incagliata e piegata su un fianco davanti all’Isola del Giglio, è di 3 morti, 60 feriti, di cui due in modo grave e 26 già dimessi, e di 41 dispersi il bilancio della tragedia. Il comandante della nave, Francesco Schettino, è in stato di fermo insieme a un altro membro dell’equipaggio. Il suo legale, Bruno Leporatti, spiega che “non è ancora stato interrogato”. “Stiamo aspettando – ha aggiunto l’avvocato – la decisione del giudice, che deve fissare l’interrogatorio di garanzia”.
La procura della Repubblica di Grosseto ha aperto un’inchiesta sull’accaduto e un’indagine è stata aperta anche dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “per accertare le dinamiche, le cause, ed eventuali responsabilità dell’affondamento della nave Costa Concordia”. Le vittime sono due turisti francesi e un membro dell’equipaggio di nazionalità peruviana, Tomas Alberto Costilla Mendoza, 42 anni, i cui corpi sono stati portati all’obitorio di Orbetello. Da una prima analisi sulle salme è emerso che sono deceduti per annegamento.
Per il prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi, “in questo momento parlare di dispersi mi sembra eccessivo”. Per lui, infatti, è verosimile che molte delle persone che mancano ancora all’appello, circa una quarantina, siano salite sull’autobus dopo il naufragio senza essere state identificate. “Può essere – ha spiegato a LaPresse – che a causa dello shock alcuni passeggeri non abbiano fornito le loro generalità perché magari hanno incontrato conoscenti o parenti”. Sono in corso due tipi di verifiche. La prima è quella effettuata in mare, nel tentativo di trovare eventuali dispersi in acqua. La seconda, invece, viene svolta confrontando l’elenco dei passeggeri che erano a bordo della nave e i nomi dell persone identificate a Porto Santo Stefano. “Si tratta ancora di un confronto numerico – ha spiegato il prefetto – e sia le ricerche in mare sia le procedure di identificazione dureranno tutta la notte”.
Le cause dell’incidente non sono ancora chiare e la scatola nera della nave, recuperata in serata, potrebbe rispondere ad alcuni interrogativi. Il comandante ha dichiarato di aver urtato uno scoglio non segnalato dalle carte nautiche, e Costa Crociere, in una nota ufficiale, ha spiegato che al momento dell’impatto Schettino si trovava “sul ponte di comando della nave”. La famiglia del comandante, però, raggiunta telefonicamente da LaPresse, ha dichiarato che in quegli istanti “stava mangiando”. Circostanza confermata anche da alcuni passeggeri della nave. Sullo sfondo della tragedia anche una supposizione che, se confermata, potrebbe peggiorare la posizione di Schettino. Secondo gli abitanti dell’Isola del Giglio, è consuetudine che le navi di Costa Crociere escano un po’ fuori rotta in prossimità dell’isola per salutare, con alcuni fischi, la popolazione.
Continuano intanto le ricerche dei dispersi. Guardia costiera, vigili del fuoco, sommozzatori, protezione civile, volontari e anche elicotteri delle forze armate stanno setacciando lo specchio di mare di fronte all’isola per trovare eventuali persone rimaste in acqua.
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