Grosseto, 14 gen. (LaPresse) – C’è un filo conduttore che unisce le drammatiche testimonianze della tragedia della nave da crociera Costa Concordia naufragata al largo dell’Isola del Giglio. Il panico, il terrore, ma anche e soprattutto soccorsi inefficienti. Jonathan è brasiliano, e dopo essere stato rifocillato all’Hotel Hilton di Fiumicino, ora è allo scalo romano in attesa di tornare a casa. Molti di loro, che questa mattina sono arrivati sulla costa laziale, erano seminudi, alcune donne in vestito da sera e quasi tutti senza documenti. “Abbiamo appena saputo – inizia Jonathan – che ci sono tre morti. Se così fosse sarebbe un miracolo, viste le scene che abbiamo visto. Abbiamo visto gente presa dal panico gettarsi in acqua senza attendere le scialuppe. Ognuno ha cercato di fare da sé. Lo stesso equipaggio è risultato impreparato e pieno di terrore”.
“E’ stato tutto così disorganizzato. La nostra esercitazione di evacuazione – spiega Melissa Goduti, 28 anni, di Wallingford, in Connecticut, che si trovava a bordo della nave da crociera – era programmata per le 17 di oggi. E ieri abbiamo scherzato dicendo: E se succede qualcosa oggi?”. “Avete visto ‘Titanic’? È stata esattamente la stessa cosa”, ha commentato invece Valerie Ananias, 31 anni, insegnante di Los Angeles, che stava viaggiando con la sorella e i genitori. Tutta la famiglia ha riportato lividi sulle ginocchia e contusioni, nel tentativo di raggiungere le scialuppe. “Abbiamo strisciato nel corridoio, al buio, solo con la luce del lampeggiante del giubbotto di salvataggio”, spiega la madre Georgia Ananias, 61 anni, che poi aggiunge: “Abbiamo sentito rompersi dei piatti e la gente sbattere contro i muri”. La donna ricorda quindi i terribili momenti in cui una coppia argentina le ha chiesto di tenere la figlioletta di 3 anni, incapace di mantenere l’equilibrio. “Ho afferrato la bambina, ma mi sono sbilanciata indietro e non volevo che la bambina cadesse dalle scale. Quindi ho ridato loro la bambina indietro, non potevo tenerla. Ho pensato che fosse la fine e che la coppia avrebbe dovuto stare con la figlia”. “Ora – continua la figlia Valerie – mi chiedo dove siano”.
Nel momento dell’incidente le persone a bordo stavano per lo più cenando nella sala ristorante. Improvvisamente, ha raccontato ad Associated Press la passeggera tedesca Christine Hammer, 65 anni, di Bonn, “abbiamo sentito un urto. Bicchieri e piatti sono caduti e noi siamo usciti dalla sala da pranzo, ma ci è stato detto che non si trattava di niente di pericoloso”. Ai passeggeri è stato chiesto di indossare i giubbotti di salvataggio e di scendere verso le scialuppe di salvataggio, ma, continua la Hammer, non era possibile accedervi perché la nave era talmente inclinata che non si potevano far scendere le scialuppe in mare. “E’ stato terribile”, ha spiegato la 65enne, che, dopo essere stata soccorsa, è stata portata a Porto San Giorgio. La donna era ancora vestita con l’elegante abito da sera indossato per la cena, ma ha perso tutto, scarpe, passaporto, carta di credito e telefono.
“Le prime ore sono state drammatiche: nessuno ci diceva cosa fare. Alcune persone dell’equipaggio ci incitavano ad andare in cabina. Siamo stati abbandonati a noi stessi”, ha aggiunto lo spagnolo 30enne Juan Suarez, arrivato a bordo di un bus all’Hotel Hilton di Fiumicino. Molti spagnoli fuggiti in fretta dalla nave non hanno più i documenti. Per questo saranno agevolate le pratiche di rimpatrio. Tra oggi e domani i circa 600 passeggeri, che saranno distribuiti tra Hilton e Marriott, saranno tutti quanti imbarcati da Fiumicino. “Eravamo a cena. Ad un certo punto la luce si è spenta, come in un black out. Bottiglie e bicchieri sono caduti, sembrava un terremoto. Al buio non sapevamo orientarci. Abbiamo abbandonato tutto per scappare. Ma a bordo c’era panico anche tra i membri dell’equipaggio”, è la drammatica testimonianza di Yuri Selvaggi, sardo, che era sulla Concordia con moglie e due figli. “C’erano molti stranieri. Non sapevano esattamente cosa fare neanche loro. Quando siamo finalmente saliti su una scialuppa – ha aggiunto Selvaggi – si è addirittura spezzata una fune mentre veniva calata. La scialuppa non è andata subito in acqua ma ha sbattuto contro la stessa nave e solo dopo aver rimbalzato è andata in acqua per fortuna senza rovesciarsi”.
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