Napoli, 24 dic. (LaPresse) – Quattro addetti alla sicurezza dell’area del porto di Napoli sono stati arrestati dalla polmare in quanto accusati del pestaggio e della morte del 32enne caprese Stefano Federico, avvenuto il 16 gennaio scorso in un’area riservata del porto di Napoli. I quattro, addetti alla vigilanza del porto, avevano raccontato di aver sorpreso l’uomo in una zona vietata, che si aggirava con un coltello che non è stato mai ritrovato. Poi avevano giustificato il suo decesso con un malore. Secondo il pm della procura di Napoli Giovanni Melillo, che ha guidato le indagini, invece si è tratto di un brutale pestaggio, di una “azione violenza e di gravità e viltà disarmante”. A smascherarli sono state le testimonianze di un operatore marittimo e le immagini del sistema di videosorveglianza che hanno ripreso le fasi precedenti al delitto. Dopo la convalida del gip, oggi è scattato l’arresto. Secondo le indagini, Federico era stato raggiunto e immobilizzato all’interno di un capannone e pestato a sangue dai quattro che gli hanno causato lesioni mortali. Ai quattro lavoratori portuali è contestato il reato di omicidio preterintenzionale aggravato in concorso.

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