Roma, 18 dic. (LaPresse) – “So che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora più amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sottolineano”. Lo ha detto papa Benedetto XVI, rivolgendosi ai detenuti del carcere di Rebibbia, nel corso di una visita stamane al penitenziario. “E’ importante – ha spiegato – che le istituzioni promuovano un’attenta analisi della situazione carceraria oggi, verifichino le strutture, i mezzi, il personale, in modo che i detenuti non scontino mai una ‘doppia pena’; ed è importante promuovere uno sviluppo del sistema carcerario, che, pur nel rispetto della giustizia, sia sempre più adeguato alle esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalità diverse di detenzione”. Il Papa ha parlato di un “abisso tra la realtà carceraria reale e quella pensata dalla legge, che prevede come elemento fondamentale la funzione rieducatrice della pena e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone”.
La visita si è svolta in un clima di forte partecipazione e commozione: “Sono commosso – ha detto Benedetto XVI, visibilmente emozionato – da questa amicizia che sento da tutti voi. Penso spesso a voi e prego per voi perchè so che è una condizione molto difficile. Sono venuto soprattutto per mostrarvi questa vicinanza”, ha aggiunto il Papa ma, ha sottolineato, “è anche un gesto pubblico che ricorda ai nostri concittadini che ci sono difficoltà nelle carceri italiane”.
Dopo il suo discorso è stata la volta delle domande dei detenuti. Un prigioniero, sieropositivo, ha lamentato il fatto che si parla spesso di loro “in maniera feroce” e lo ha pregato “di portare la nostra voce, la preghiamo di fare in modo che non ci venga più strappata la dignità, oltre che la libertà”. “Lei ha detto – ha risposto il Papa – che si parla in modo feroce di voi. Purtroppo è vero. Io ho una piccola famiglia papale, sono circondato di quattro suore laiche. Loro hanno amici in diverse carceri. Quindi questa realtà è presente nella mia famiglia. Alcuni parlano in modo feroce, parlano in modo feroce anche contro il Papa e tuttavia andiamo avanti. Io farò quanto posso per invitare tutti a pensare in modo giusto e umano, non dispregiativo, pensando che ognuno può cadere. Tutti devono aver sempre rispettata la propria dignità perchè possano trovare il coraggio di rialzarsi e ricominciare”.
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