Roma, 16 nov. (LaPresse)- A partire da oggi, e con un solo anno di lavoro, il tribunale di sorveglianza di Roma e del Lazio avrà un archivio storico interamente informatizzato e riorganizzato. A digitalizzare gli oltre 145mila fascicoli dell’archivio saranno, infatti, 9 detenuti del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso che, per svolgere questo lavoro, saranno retribuiti da una cooperativa sociale che li ha regolarmente assunti.
Il progetto è stato ufficialmente avviato stamattina, all’interno del carcere di Rebibbia, alla presenza del Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, del direttore dell’Istituto di reclusione Carmelo Cantone e del presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma consigliere Giovanni Tamburino. Il progetto è stato finanziato dalla Cassa delle Ammende, l’ente con personalità giuridica istituito al Dap che si occupa di finanziare programmi di assistenza e di reinserimento di detenuti e internati finalizzati al miglioramento delle condizioni carcerarie. L’informatizzazione dell’archivio del tribunale di sorveglianza di Roma e del Lazio consentirà di riordinare l’imponente massa di documenti cartacei e, soprattutto, di rendere più funzionale ed efficiente l’attività della magistratura di sorveglianza sull’intero territorio della Regione.
Il lavoro che, da questa mattina, stanno svolgendo i 9 detenuti/lavoratori consiste nella scannerizzazione e nell’archiviazione dei fascicoli trasferiti, all’interno del carcere, dagli archivi del Tribunale di Sorveglianza. All’interno di un locale del carcere sono state installate delle postazioni informatizzate con computer e scanner collegati ad un server per consentire ai detenuti di svolgere il proprio lavoro e di archiviare i dati digitalizzati.
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