Milano, 7 set. (LaPresse) – Ha lasciato il tribunale di Milano visibilmente commosso dopo l’udienza davanti al tribunale del Riesame per chiedere gli arresti domiciliari e, per un istante, ha abbracciato la figlia Diana. Lele Mora si è presentato questa mattina davanti al giudice, dopo che ad agosto gli era stata negata la possibilità di essere scarcerato ed è ora in attesa di conoscere la decisione del tribunale. Davanti ai giudici l’agente delle star, raccontano i suoi avvocati, ha fatto brevi dichiarazioni spontanee per confermare “la sua totale disponibilità a rispondere a tutte le domande”. Mora si trova nel penitenziario di Opera dal 20 giugno scorso con l’accusa di bancarotta fraudolenta pluriaggravata per il fallimento delle sue società in concorso con Emilio Fede. La società ‘LM Managment’ è fallita nel giugno 2010 con un buco da 8,5 milioni di euro. Mora ricevette, da gennaio a settembre dello stesso anno, 2,5 milioni da Silvio Berlusconi in tre tranches. Di questi Mora ha dichiarato di aver versato una “costosa intermediazione a Fede” per 1,2 milioni. Mentre Fede davanti ai magistrati ha sempre sostenuto di aver ricevuto solo 350mila euro come risarcimento di un prestito. L’agente dei vip, in gessato grigio e scarpe celesti, è apparso visibilmente dimagrito e provato dall’esperienza carceraria. Ad attenderlo in tribunale a Milano alcuni fan e i due figli.
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