Perugia, 6 set. (LaPresse/AP) – Patrizia Stefanoni, l’esperta della polizia scientifica che condusse le prime indagini sul delitto di Meredith Kercher, sostiene che non ci sono state contaminazioni della scena del delitto, né sulle prove raccolte che collegano Amanda Knox e Raffaele Sollecito all’omicidio. La Stefanoni ha esaminato le tracce di Dna in seguito all’assassinio avvenuto la notte del primo novembre 2007, ma il suo lavoro è stato criticato dagli esperti nominati dal tribunale, che hanno ipotizzato errori lampanti nella raccolta delle prove e possibili contaminazioni su di esse, tra cui il coltello ritenuto l’arma del delitto. Durante l’udienza di oggi del processo di appello, la Stefanoni ha dichiarato che potrebbe escludere una contaminazione del coltello, che secondo lei contiene il profilo genetico di Meredith.
La Stefanoni, durante l’udienza di oggi ha detto che esclude l’ipotesi di contaminazione tanto sul coltello, considerato l’arma del delitto, quanto sul gancetto del reggiseno di Meredith. Secondo l’accusa, sul manico del coltello fu trovato il Dna di Amanda Knox, mentre sulla lama c’era quello di Meredith; inoltre per l’accusa il Dna di Raffaele Sollecito si trovava sul gancetto del reggiseno della studentessa inglese, mischiato ad altre tracce fra cui quelle del profilo genetico della vittima. L’esperta della scientifica sostiene che il coltello, trovato a casa di Sollecito, è stato analizzato in laboratorio sei giorni dopo che gli investigatori avevano testato una traccia del Dna della Kercher, il che escluderebbe la contaminazione.
Anche sul gancetto del reggiseno sono stati sollevati dubbi perché è stato recuperato sul pavimento sul luogo del delitto, ma 46 giorni dopo l’omicidio. Secondo i periti indipendenti questa circostanza suggerisce una contaminazione. La Stefanoni insiste invece che nei 46 giorni “nella stanza della vittima non è stato portato nulla da fuori” e sostiene che di 133 campioni analizzati nella casa dell’omicidio, 89 dei quali provenienti dalla stanza di Meredith, il profilo genetico di Sollecito è stato trovato solo in un mozzicone di sigaretta, misto a quello della Knox. “Se il Dna di Sollecito si fosse spostato dal mozzicone al gancetto, allora sul gancetto dovrebbe esserci anche il Dna della Knox”, ha detto.
Sia ieri che oggi in udienza si sono susseguite spiegazioni dettagliate delle tecniche di estrazione del Dna, spesso supportate da proiezione di slide. Amanda Knox ha un certo punto è sembrata quasi appisolarsi, ha chiuso gli occhi e ha fatto scivolare il viso in avanti. Il presidente della Corte Claudio Pratillo Hellmann ha scherzato su questo. “Sono felice che lei non abbia slide”, ha detto con un sorriso canzonatorio a uno degli esperti che si apprestavano a parlare.
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