Roma, 24 ago. (LaPresse) – La sparatoria della scorsa notte che si è conclusa con un’altra morte, l’ennesima, segna l’ultimo tassello in ordine di tempo di un puzzle di violenze a Roma. Per la capitale è stata un’estate nera tra sparatorie e omicidi.

La tragica estate parte parte il 5 luglio: alle 9.30 nel centrale quartiere di Prati, Flavio Simmi, romano di 33 anni, viene crivellato in strada da sette colpi sparati da due persone in moto, sotto gli occhi della sua compagna. A febbraio scorso il giovane aveva avuto un primo avvertimento: era stato gambizzato davanti alla gioielleria di famiglia nelle vicinanze di Campo de’ Fiori. Il padre della vittima era stato coinvolto nel 1993 nell’operazione “Colosseo” contro la Banda della Magliana e poi scagionato da ogni accusa.

La sera del 10 luglio in via Diego Angeli, nella zona di Casal Bruciato, Giulio Saltalippi, romano di 33 anni, con precedenti, è vittima di un agguato: viene ferito da quattro colpi di pistola calibro 9×21. Per gli investigatori l’obiettivo era ucciderlo, ma i suoi attentatori hanno mancato il colpo letale.

Il 23 luglio muore, dopo un mese trascorso in ospedale, Massimo Cigolani, romano di 38 anni. Era stato aggredito con una spranga da cinque persone, lasciato sull’asfalto senza giubbotto e derubato del portafoglio e cellulare. La vittima conosceva i suoi aggressori e la sera del 3 maggio aveva dato appuntamento a loro a Tor Vergata.

Il 27 luglio un nuovo agguato in strada in pieno giorno. A morire è Simone Colanesi, 30 anni, vittima di una raffica di proiettili calibro 12 sparati da una Magnum 44 in via Pietro Bembo a Torrevecchia. Il giorno precedente aveva avuto una lite. Stamattina l’ultima vittima.

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