Bologna, 2 ago. (LaPresse) – Sono passati 31 anni da quel 2 agosto del 1980 quando uno dei più gravi attacchi terroristici avvenuti in Italia scosse tutto il Paese. Alle 10.25 nella stazione di Bologna, gremita di turisti e viaggiatori in partenza per le vacanze, quando una bomba esplose causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio. Il bilancio fu di 85 morti e oltre 200 feriti in modo grave e mutilati. A distanza di 31 anni l’orologio della stazione segna ancora l’orario della strage, per non dimenticare. Ancora oggi Bologna non dimentica e continua a chiedere con forza verità e giustizia per le vittime e i familiari, che a distanza di 31 anni non vogliono rassegnarsi al fatto che i mandanti non siano mai stati scoperti e che tengono viva la memoria degli eventi di quel due agosto.

La lettera di Napolitano

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio al presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi. “Il ricordo di quella strage – vi si legge – è scolpito nella coscienza della nazione e sollecita ogni giorno l’impegno civile della intera collettività nel prevenire qualsiasi rigurgito di intolleranza e di violenza e nel difendere e consolidare i valori fondanti della nostra democrazia”.

“Merita perciò gratitudine e apprezzamento – prosegue Napolitano – la passione civile con la quale l’associazione da lei presieduta si batte per l’ulteriore accertamento della verità storica e processuale su quel barbaro e folle episodio di terrorismo eversivo, mantenendone immutata la memoria e diffondendo, specie nelle generazioni più giovani, la cultura della convivenza pacifica e della consapevole partecipazione all’esercizio dei diritti politici e civili. Nel commosso ricordo di quel tragico giorno – conclude il capo dello Stato – esprimo a lei e a tutti i famigliari delle vittime la mia affettuosa vicinanza e i sentimenti di partecipe solidarietà dell’intero Paese”.

L’assenza del governo

Tra le tante polemiche, il governo ha annunciato che non presenzierà alla commemorazione. In rappresentanza solo il prefetto Angelo Tranfaglia. L’assenza dell’esecutivo, per i cittadini di Bologna un affronto alla memoria delle vittime della strage, è stata giustificata dagli esponenti del governo con la volontà di non ricevere, ancora una volta, i fischi della piazza.

L’attentato “ha segnato profondamente il Paese e continua a rappresentare uno degli episodi più tragici della nostra storia” ha affermato il presidente del Senato Renato Schifani, assente alle commemorazioni, in una lettera al sindaco di Bologna Virginio Merola che lo ha invitato a partecipare. “Caro Sindaco, accolgo con sincero piacere l’invito a inviare un pensiero di partecipazione in occasione del XXXI Anniversario della strage alla Stazione di Bologna”.

“Vorrei rivolgermi ai parenti delle vittime, all’Associazione familiari, presieduta da Paolo Bolognesi – prosegue il messaggio – e ringraziarli per la lotta all’oblio nel nome della verità a cui hanno dedicato la loro vita in questi anni. La commemorazione che ogni anno il 2 agosto si tiene a Bologna rappresenta un’occasione indispensabile perché tutti, e le nuove generazioni in particolare, non dimentichino quella terribile strage e – conclude Schifani – continuino a chiedere che venga accertata la verità dei fatti e venga fatta giustizia, affermando con forza in ogni momento i principi fondanti della nostra Repubblica”.

“Desidero rivolgere alla memoria delle vittime, ai loro familiari e a tutti coloro che furono direttamente colpiti dal vile attentato il pensiero commosso e solidale mio personale e dell’intera Camera dei deputati”, ha scritto il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, in una lettera a Merola. Per Fini la commemorazione annuale è “un alto motivo di incitamento per tutti noi a difendere con convinzione e fermezza i valori di libertà e di legalità che sono alla base della nostra democrazia, contro ogni forma di fanatismo politico, di odio ideologico e di violenza terroristica”. “Il ricordo di quel barbaro attentato – conclude il presidente della Camera – deve costituire un fattore di rafforzamento della cultura democratica dell’Italia, nell’impegno costante di istituzioni e società civile a fare piena luce su una stagione di folle violenza terroristica che ha prodotto tanti lutti e tante indicibili sofferenze all’Italia, manifestando al contempo ogni possibile forma di solidarietà e di sostegno ai superstiti e ai parenti delle vittime che lo Stato ha il dovere di non lasciare mai soli”.

Le reazioni politiche

“Il fatto che siano trascorsi 31 anni non può cancellare la necessità di impegnarsi per far emergere tutta la verità sulla strage di Bologna” ha affermato il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani in una lettera aperta al presidente dell’Associazione delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi. “Cosa ci sia stato davvero alle spalle di quell’attentato vile e sanguinario – ha aggiunto Bersani – ancora non è chiaro. Voglio garantire il nostro impegno perché vi sia una risposta. Una società civile non può accettare l’umiliazione di vedere offuscata dal segreto di Stato la ricostruzione di una vicenda così importante nella propria storia recente”.

Il leader di Sinistra ecologia e libertà ha affermato in una nota che oggi Sel ricorda la strage “con la nostra memoria, con il nostro sdegno per l’indifferenza del governo. E con la convinzione che il segreto di Stato sia uno dei peggiori cancri della nostra Repubblica”.

“Oggi abbiamo il dovere di ricordare e di chiedere a gran voce che sia fatta pienamente luce su quella terribile strage”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro. “Per rispetto di tutti coloro che quel 2 agosto del 1980 persero la vita, per amore della giustizia e di tutti gli italiani che hanno diritto di sapere come sono andate realmente le cose – prosegue Di Pietro – dobbiamo pretendere che non ci siamo più segreti, né menzogne, né stragi impunite”. “E’ grave che, anche quest’anno, il governo diserti la ricorrenza – conclude – non fornendo nemmeno alcuna spiegazione per quest’assenza”.

Rosa Calipari, vicepresidente dei Deputati Pd, ha condannato la scelta del governo di non partecipare alla manifestazione per l’anniversario del 2 agosto. “L’assenza del governo a Bologna – afferma – per il secondo anno, conferma la mancanza di coraggio dei suoi esponenti. Ricordare le vittime del terrorismo è un dovere da parte di qualsiasi governo perché, onorando la memoria dei morti, si mantiene vivo il ricordo dei fatti e l’impegno a chiarire le responsabilità di chi ha voluto e realizzato le stragi”. Secondo Calipari questa decisione “non nasce solo dalla paura dei fischi: esprime qualcosa di più grave, perché consegna all’oblio la storia e il ricordo delle vittime”.

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