Chiomonte (Torino), 24 lug. (LaPresse) – “Noi abbiamo sfilato fianco fianco con voi all’adunata del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Non ci piace pensare che siete dall’altra parte di quella barricata. Noi dovremmo essere sempre uniti nella ricerca di giuste soluzioni ai problemi della gente. Riflettete e fate riflettere i vostri superiori”. E’ uno dei passaggi della lettera che oggi oltre cento ex alpini No Tav hanno letto, in presidio davanti alla recinzione del cantiere di Chiomonte, ai militari della Taurinense che da una settimana circa presidiano l’area con le altre forze dell’ordine.
“Anch’essi hanno iniziato dalla gavetta di allievi da alpini semplici – prosegue il testo – I gradi non possono averli rovinati tutti. Ci saranno di sicuro bravi ufficiali tra loro, bravi e umani. Siamo qui a ricordarvi che non sempre gli ordini ricevuti sono sensati. Lo sapete anche voi che difendete un presidio contro la gente della valle”. “Nessuno di noi – spiegano – pretende che disubbiate agli ordini ricevuti, sarebbe contro le tradizioni del nostro corpo, ma tra le nostre più fulgide tradizioni c’è anche la difesa della popolazioni, e quel contatto speciale che l’alpino ha con la sua gente. Il vostro impiego qui è a difesa di lobby interessate neanche tanto alla costruzione dell’opera ma a cospicue fonti reddito più o meno pulite che procura”.
“Ci sconforta – hanno concluso le ex penne nere contrarie alla Tav – vedere divise sempre onorate dover difendere simili interessi, gli stessi carabinieri che stanno con voi hanno un Salvo d’Acquisto nella storia che sacrificò la vita durante la seconda guerra mondiale per salvare civili. Volete davvero sporcare le migliori tradizioni del corpo con azioni che non figureranno certo come degne degli alpini? Il gioco vale la candela?”.
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