Napoli, 25 giu. (LaPresse) – E’ un’inchiesta fiume quella della procura di Napoli sulla P4. I testimoni sentiti sulla rete di rapporti di Luigi Bisignani sono stati più di 100, 50mila i rapporti redatti da polizia, carabinieri e guardia di finanza impegnate sui vari filoni dell’indagine, 200 le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giordano e circa 15mila quelle depositate dai pm. Bisignani è stato già interrogato 5 volte e 50 sono le pagine del verbale del suo interrogatorio di garanzia che si è svolto il 20 giugno scorso. Cinquemila, inoltre, sono le pagine delle intercettazioni a disposizione dei magistrati.

Intanto Gianpiero Pirolo, il legale di Luigi Bisignani, annuncia di voler presentare ricorso al riesame contro la custodia cautelare ai domiciliari, mentre la procura ha già presentato ricorso in appello contro la decisione del gip, Luigi Giordano, di non procedere per il reato principale di associazione a delinquere e gli altri reati come l’estorsione e la corruzione, per Bisignani, Alfonso Papa e il maresciallo del Ros dei carabinieri Enrico La Monica.

Sul fonte romano dell’inchiesta è “ferma e chiara” la posizione dell’Associazione nazionale magistrati, il cui parlamentino è riunito a Roma per decidere se deferire la vicenda di Papa ai probiviri per le valutazioni in merito ai fatti che stanno emergendo dalle indagini. “Sulla questione di Alfonso Papa – ha detto il presidente dell’Anm – la linea sarà ferma e chiara, non ci dovranno essere tentennamenti e si dovrà andare avanti senza se e senza ma”. Palamara ricorda che: “Lo scorso anno chiedemmo di fare passi indietro per l’inchiesta sulla P3. Oggi chiediamo segni tangibili. La palla passerà ai probiviri ma la nostra posizione è netta perché ciò che importa è mantenere la credibilità dei comportamenti dei magistrati”.

In serata si è aggiunto un nome eccellente nell’inchiesta napoletana. E’ stato infatti iscritto nel registro degli indagati il comandante di Stato maggiore Michele Adinolfi con l’accusa di favoreggiamento e rivelazione di segreto.

Stando alle indagini portate avanti dai pm Curcio e Woodcock il generale sarebbe stato il tramite tra l’inchiesta P4 e Luigi Bisignani. Il militare infatti avrebbe passato al faccendiere notizie relative alle indagini, non direttamente ma attraverso un uomo della Finanza anche lui nel mirino dei magistrati.

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