Cagliari, 16 giu. (LaPresse) – Se è vero come dicono gli archeologi che la leggendaria isola di Atlantide, raccontata da Platone, altro non sarebbe che la Sardegna, quello trovato dalla guardia di finanza di Cagliari al termine delle indagini sulla ‘Atlantis. La Città dell’Innovazione’ Spa è un altro pezzo di economia sarda affondato con oltre 25 milioni di euro di denaro pubblico sperperato.

La Atlantis era beneficiaria di ingenti finanziamenti nell’ambito della ricerca scientifica nel settore informatico, provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo di sviluppo europeo (Fse). Le indagini hanno riguardato in particolare i 25 milioni di euro di contributi pubblici percepiti dalla Atlantis per 6 progetti relativi alla realizzazione di software e un corso di formazione finalizzato all’assunzione di personale nella stessa società.

Tra i suoi progetti, la società proponeva soluzioni tecnologiche altamente innovative, tali da garantire l’informatizzazione di alcuni settori della pubblica amministrazione, tra i quali un sistema di promozione integrata del territorio grazie alle valorizzazione del patrimonio musicale, informativo e culturale, un modello di piattaforma tecnologica-applicativa innovativa per la produzione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti tipici sardi delle filiere casearie e vitivinicole.

Le fiamme gialle hanno sequestrato i dati custoditi all’interno dei personal computer e dei relativi server aziendali trovati nei locali della sede principale e delle società collegate. E’ stata inoltre acquisita la documentazione concernente la richiesta e l’erogazione delle sovvenzioni pubbliche. Oltre 100 i dipendenti ascoltati in qualità di persone informate dei fatti. Alla pubblica amministrazione venivano presentati costi fittizi e dati falsati circa le ore di ricerca effettuate e ai tempi di realizzazione di ogni singolo progetto. Cinque i denunciati, responsabili in concorso tra loro di aver posto in essere una truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e aver emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti.

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