La dura replica del leader dem Zingaretti: "È in Cdm e fa opposizione, non è serio"

La tregua post Regionali soccombe dopo l'ultimo Dpcm e il Governo Conte torna a ballare. È Matteo Renzi a lanciare l'offensiva. Il leader Iv chiede al premier di "modificare" il provvedimento che impone ai ristoranti il coprifuoco alle 18 e prevede la chiusura di teatri, cinema e centri sportivi. "Ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro", mette nero su bianco nella sua enews. Renzi mette nel mirino Dario Franceschini ("mi ha colpito che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura"), esorta i colleghi a "non cedere alla paura", a guardare più al trasporto pubblico locale che non teatri o piscine e a condividere di più i provvedimenti ("se lo sono fatti da soli", è l'attacco).

Il livello di scontro si alza. Andrea Orlando rispolvera un precedente del 2007, caro anche a Renzi, per fotografare il momento. I ministri di Rifondazione comunista scesero in piazza contro il proprio Governo, guidato da Romano Prodi, decretandone di lì a poco la caduta. "Tempi assai più semplici di questi – scrive su Twitter il vicesegretario Dem – eppure non andò bene allora, per il governo ma ancor più il Paese". Nicola Zingaretti va dritto al punto: "Vedo molti distinguo da esponenti di Governo e forze di maggioranza. Per me non sono mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli del Governo per prendere decisioni e la mattina dopo organizzano l'opposizione. In questo momento stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile", scandisce chiudendo la direzione nazionale. Il segretario Dem rivendica la linea della responsabilità e chiede a Conte un momento di confronto per "rilanciare l'alleanza" e arrivare a "un salto di qualità netto". Il premier, ribadisce il leader, è chiamato a "svolgere fino in fondo" la funzione di sintesi cui è chiamato.

Non è solo Renzi a picconare, però. Anche il M5S non risparmia critiche all'operato del Governo. A finire sulla graticola è ancora una volta Paola De Micheli, colpevole, secondo i pentastellati di "minimizzare da giorni" quello che resta "un problema da affrontare". I distinguo arrivano anche su ristoranti, sport e cultura e in questo caso nel mirino ci sono Roberto Speranza e Dario Franceschini, l'uno per non aver "fatto nulla" per evitare che gli ospedali finissero di nuovo in affanno, l'altro per "aver lasciato indietro" i lavoratori dello spettacolo e della cultura. Alfonso Bonafede e Vito Crimi provano a predicare unità, rivolgendo il loro messaggio sia all'interno del Movimento che agli alleati: "La fase estremamente difficile che sta attraversando il Paese impone il massimo spirito di collaborazione, sia nel governo che con forze di opposizione – dice il capo politico pentastellato – è indispensabile mettere da parte ciò che divide".

Conte, intanto, punta a rasserenare e rassicurare le categorie colpite. Oggi vedrà i rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio e delle associazioni di gestori e proprietari di palestre e piscine. Poi sarà il turno degli operatori dello spettacolo e della cultura. L'imperativo è dare risposte immediate a chi è costretto a chiudere o ridurre la propria attività. Per questo, sul tavolo del Consiglio dei ministri Gualtieri è pronto a mettere un decreto Ristoro da 4-5 miliardi.

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