Il ciclo primario prevede due dosi a distanza di tre settimane l'una dall'altra
Un’arma in più contro il Covid. Dopo Ema, anche la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa approva l’utilizzo del vaccino Nuvaxovid (Novavax) per i soggetti di età uguale o superiore a 18 anni. Il ciclo primario prevede due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. I dati disponibili sul vaccino Nuvaxovid – rilevano gli esperti dell’Agenzia italiana del farmaco – hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza “si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale”. Rispetto ai vaccini a m-Rna quello di Novavax non necessita della catena del freddo ed è basato su una tecnologia diversa. Si tratta infatti di un prodotto ‘tradizionale’ a base proteica, una particolarità che potrebbe convincere alcune delle persone che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale perché dubbiose sulla nuova tecnica a m-Rna.
Nel frattempo la campagna vaccinale prosegue e potrebbero giungere altre novità a partire dalla dose ‘booster’ anche per gli under 18. “Per renderli resistenti all’infezione”, spiega il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù. Su questo fronte però le tempistiche non sono ancora certe. Per quanto riguarda la dose di richiamo si valuta l’anticipo a quattro mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario. Una possibilità che è sul tavolo – spiegano alcune fonti – non è detto che la proposta venga esaminata già nella cabina di regia in programma domani e in ogni caso occorrerebbe il via libera da parte di Aifa. Discorso ancora diverso per una eventuale quarta dose, già decisa da Israele. “Io aspetterei di valutare l’impatto clinico della variante Omicron”, il pensiero del presidente dell’Agenzia italiana del farmaco. “C’è già la tecnologia per adeguare i vaccini alle nuove varianti e si sta discutendo se è possibile accelerare i tempi per la vaccinazione”, ricorda infine Palù.
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