Scoppia la protesta delle discoteche: "Pretendiamo risposte"
Associazioni del commercio sul piede di guerra per il green pass. Il decreto legge del governo disciplina l’uso e la validità del certificato verde Covid il cui possesso sarà vincolante nei locali dove si consuma al tavolo scalda gli animi. Confesercenti chiede correttivi e di non scaricare sulle imprese. E Fipe Confcommercio lancia un allarme: Non possiamo fare noi i controlli e chiede di introdurre l’ autocertificazione.”Il green pass, così come è stato delineato – è la posizione di Confesercenti – rischia comunque di essere un provvedimento ingiustamente punitivo per le imprese, che non solo devono sostenere l’onere organizzativo ed economico del controllo, ma anche assumersi responsabilità legali che non competono loro”. Le esigenze dettate dalla pandemie sono chiare ma il settore ha qualcosa da dire. “Noi condividiamo – rimarca l’orqanizzazione del commercio- l’esigenza di accelerare l’adesione della popolazione alla campagna vaccinale, ma la collaborazione delle imprese non può diventare un’assunzione eccessiva di responsabilità o un caos organizzativo, anche in considerazione del fatto che il green pass è comunque una forte limitazione dell’attività economica, che andrà certamente indennizzata. Per Confesercenti “restano, inoltre, delle incongruenze incomprensibili”. “Pensiamo ad esempio all’estensione dell’obbligo anche alle fiere e alle sagre all’aperto, che appare immotivata, visto che notoriamente il pericolo di contagio all’aria aperta è minore. Allo stesso modo, non capiamo perché l’obbligo di green pass non sia sufficiente a riaprire le discoteche: una decisione che rischia di diventare il colpo di grazia per moltissime attività, praticamente chiuse da un anno e mezzo”.
E dopo l’approvazione delle nuove regole per l’accesso ai locali pubblici da parte del Cdm, è scoppiata la protesta delle discoteche. Le principali associazioni di categoria del comparto chiedono un incontro immediato al premier Mario Draghi, per comprendere in dettaglio le ragioni che lo hanno spinto a prorogare ulteriormente la chiusura dei locali da ballo. “Pretendiamo risposte e che siano risposte serie – sottolinea Maurizio Pasca, presidente di Silb, il Sindacato dei Locali da Ballo legato a Fipe-Confcommercio -. L’ultimo decreto dimostra che esiste un vero e proprio pregiudizio da parte di questo governo nei confronti delle discoteche: dal 6 agosto i possessori di green pass potranno ballare ovunque tranne nei locali nati per questo scopo. Di fatto, con questa nuova misura, il governo incentiva l’abusivismo e di questo se ne assumerà le responsabilità, anche dal punto di vista legale”.
Sempre da Confcommercio a LaPresse parla Roberto Calugi, direttore generale Fipe: “Non è possibile scaricare sempre solo su ristoranti e bar le responsabilità – dice – Condividiamo la finalità del governo di aumentare il livello di persone vaccinate, ma allora perché non lo si fa anche nei luoghi di lavoro, per entrare nelle altre attività.Allora si preveda che se non si è vaccinati non si può andare al lavoro o dove si svolgono le altre attività economiche”. La posizione di Fipe è chiara: “Si estenda l’uso del green pass a tutte le attività economiche, anche alle attività di trasporto. Si applichi a tutti, ma non solo ad alcune categorie. Oppure si arriva al paradosso che per prendere un caffé bisogna avere dei controlli sul certificato verde e per prendere la metropolitana affollata invece no, mi pare oggettivamente una contraddizione”. Per Fipe “non si può scaricare le responsabilità sempre su alcune categorie”. E Calugi spiega anche dei timori delle imprese: “Se si applica a bar e ristoranti vorrà dire che solo loro dovranno sopportarne il peso economico, non è facile da organizzare: ci preoccupano le modalità di controllo, fare una verifica del green pass richiede un onere economico per organizzare la cosa, ci vuole un addetto che lo faccia e ci sono profili legali da approfondire, non siamo pubblici ufficiali”.
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