Dalla Spagna alla Polonia, dalla Francia alla Bulgaria, alla Croazia al via le vaccinazioni nel Vecchio Continente
Dalla Spagna alla Polonia, dalla Francia alla Bulgaria, alla Croazia. Vaccinazioni al via in tutta Europa nel ‘Vaccino Day’, fortemente voluto dall’Ue per dare un segnale di unità in un momento tanto complicato nel Vecchio continente e a livello globale. Nonostante pochi Paesi – Ungheria, Germania e Slovacchia – avessero cominciato a iniettare alcune dosi con un giorno d’anticipo. I primi a essere vaccinati, un po’ ovunque, anziani e personale sanitario, che in questi mesi di pandemia è stato in prima linea. Esemplificativa la Spagna, dove le prime vaccinate sono state due donne, una 96enne residente in una casa di cura e una dipendente della stessa struttura, quella di Los Olmos. E in alcuni casi anche dei politici si sono vaccinati: mentre dalla Russia è giunta la notizia della decisione di Vladimir Putin di vaccinarsi (lui con il rimedio russo Sputnik V), in Europa si sono già fatti somministrare la prima dose il premier greco Kyriakos Mitsotakis e quello ceco Andrej Babis. “Sappiamo che oggi non è la fine della pandemia, ma è l’inizio della vittoria”, ha sentenziato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz.
Obiettivo di una vaccinazione così mediatizzata, oltre che il segnale di unità e speranza, è quello di sensibilizzare un’opinione pubblica spesso diffidente nei confronti dei vaccini. In particolare in Francia, dove i sondaggi suggeriscono uno scetticismo dilagante, così il governo adottato una posizione prudente non rendendo la vaccinazione obbligatoria. “Abbiamo fiducia nei nostri ricercatori e medici”, ha esortato il presidente Emmanuel Macron, “siamo il Paese dell’Illuminismo e di Pasteur. Ragione e scienza dovrebbero guidarci”. Il movimento ‘no vax’ preoccupa anche in Croazia, dove fra gli scettici ci sono dei medici, come pure la Grecia: “Speriamo che, con il tempo, anche i nostri concittadini che sono sospettosi rispetto al vaccino si convinceranno che è la cosa giusta da fare”, ha detto il premier Mitsotakis.
Sempre in Europa, intanto, mentre in molti Paesi si discute di riapertura delle scuole e didattica a distanza, arriva il monito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc): “Esiste un consenso generale sul fatto che la decisione di chiudere le scuole per controllare la pandemia Covid-19 debba essere utilizzata come ultima risorsa”.
Le dosi iniettate in Ue sono quelle del vaccino Pfizer-Biontech, che ha avuto il via libera dall’Ema. Il prossimo in fila è quello di Moderna, che negli Usa viene già distribuito. Ma da Oltremanica intanto si fa sentire il ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, che garantisce che con il vaccino realizzato insieme all’università di Oxford “pensiamo di avere trovato la formula vincente” contro il coronavirus e si dice convinto che sia efficace anche contro la nuova variante. Nel Regno Unito il via libera per questo rimedio potrebbe già arrivare nel corso della settimana e la distribuzione potrebbe iniziare il 4 gennaio.
Allarme in Cina e Sudafrica. Pechino, in allerta per nuovi casi trasmessi a livello locale nel distretto di Shunyi, ha lanciato una campagna di test a tappeto in cui le autorità intendono sottoporre all’esame 800mila persone. E il Sudafrica, che dopo la recente scoperta della variante 501.V2 ha superato il milione di casi, si appresta a varare nuove restrizioni.
Da oltreoceano, invece, giunge la notizia che gli Stati Uniti hanno superato i 19 milioni di contagi confermati. Secondo un conteggio della Cnn, nel Paese una persona su mille è morta con il Covid-19. E l’esperto Anthony Fauci avverte che il peggio deve ancora arrivare: “Potremmo vedere un aumento (di contagi ndr.) dopo la stagione di Natale e Capodanno”. “La storia ci dice che questa non sarà l’ultima pandemia e le epidemie fanno parte della vita”, ha avvertito l’Oms, sottolineando che tutti i Paesi devono investire nelle proprie capacità di prevenire, rilevare e arginare le emergenze di ogni tipo.
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