La nuova avventura di Luciano Spalletti alla Juventus inizia con un nuovo ‘glossario’. Il tecnico, scelto dal club bianconero per il dopo Tudor, è stato presentato oggi in conferenza stampa. Modulo, giocatori ma anche filosofia. Spalletti è noto per giocare spesso sulla profondità dei pensieri e delle parole, consapevole del fatto che queste hanno il potere di rivelare la verità così come di mascherarla. E i suoi aforismi e metafore proverbiali, diventati ormai uno stile per comunicare, sfruttano questo dualismo per offrire sempre prospettive nuove e significative.
Cosa ha detto in conferenza
Anche nel suo primo giorno in casa della Signora, il tecnico di Certaldo, seppur con il freno a mano tirato per non ‘personalizzare’ troppo il suo arrivo, ha deliziato la platea dei media con alcune frasi a effetto confermando il suo desiderio di tornare a battagliare sul campo, spaziando tra analisi e concessioni all’attualità. Con il tempo e le partite l’animo si ‘scalderà’ e le frasi a effetto si moltiplicheranno, ma intanto ha regalato un piccolo assaggio alternando osservazioni, riflessioni e definizioni sempre fuori dagli schemi ordinari. Ecco lo ‘Spalletti pensiero’ nella sua conferenza stampa di presentazione alla Juventus:
- “Le parole nuove non affaticano la mente”.
- “Fortunatamente non sono uno che ha bisogno di essere assicurato del proprio futuro”.
- “Non dobbiamo essere presuntuosi di niente e non dobbiamo avere nessun tipo di slogan, perché non mi piacciono e rischiano di sostituire i fatti”.
- “Noi dobbiamo lasciare che sia il rumore del pallone che scorre sull’erba il messaggio che dobbiamo mandare. Se il pallone scivola a quella velocità e i tifosi sentono quel rumore sugli spalti quello è il modo corretto per parlare”.
- “So quello che sarà il mio comportamento, la differenza la faranno sempre i calciatori”.
- “Il tatuaggio del Napoli? Il sangue (durante le visite mediche di ieri, ndr) me lo sono fatto tirare dall’altro braccio, di qua volevo non fosse toccato niente…”.
- “E’ l’autodisciplina che fa la differenza. Se si mantiene nel tempo rispetto, amicizia, lavoro, affetto poi si diventa qualcosa di diverso. E a questa cura ci si fa caso”.
- “Gli scarpini World Cup dell’Adidas sono quelli che ho sognato sempre. Me li hanno messi a disposizione anche qui ma per timore che non avessero il numero perfetto me li sono portati dietro anche questa volta”.

