De Laurentiis, i casi Osimhen e Manolas: perché il presidente del Napoli rischia il processo

De Laurentiis, i casi Osimhen e Manolas: perché il presidente del Napoli rischia il processo

Il patron dei partenopei è accusato di falso in bilancio per le presunte plusvalenze fittizie

Sono due le operazioni di mercato per le quali la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e riguardano le presunte plusvalenze fittizie nella compravendita dalla Roma di Kostas Manolas nell’estate del 2019 e nell’acquisto di Victor Osimhen nel 2020 dal Lille.

De Laurentiis: i casi Osimhen e Manolas

Operazioni su cui avevano indagato i pm capitolini. L’indagine parte dall’acquisto dell’attaccante nigeriano per 71,6 milioni di euro dal club francese che nel 2020 costò 71,6 milioni di euro ai partenopei. L’indagine della Procura di Roma scaturisce da uno stralcio del filone di inchiesta principale su De Laurentiis, incardinato a Napoli. Già nel 2022, infatti, la procura campana aveva messo per la prima volta nel mirino l’affare Osimhen. Due anni prima per l’acquisto del giocatore la società aveva versato complessivamente più di 70 milioni di euro nelle casse del Lille, la società francese dove precedentemente giocava il nigeriano: 50 milioni versati in denaro, un’altra ventina derivanti dal passaggio in Francia di quattro cartellini. Si tratta del portiere greco Orestis Karnezis (fresco di ritiro) e di tre calciatori delle giovanili: Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri. Una cifra ritenuta forse eccessiva visto il reale valore dei tre (oggi tutti finiti nelle categorie minori campane), che di fatto non avevano praticamente avuto esperienze a grandi livelli e che all’improvviso si trovarono ad essere ceduti a una squadra del massimo campionato francese. Una indagine analoga, con un procedimento penale, sul trasferimento di Osimhen è stata avviata anche da parte della Procura JIRS (Juridiction Interrégionale Spécialisée – Giurisdizione Interregionale Specializzata) del tribunale di Lille.

A finire sotto la lente d’ingrandimento dei pm romani, è stata anche la compravendita di Konstantinos Manolas, detto Kostas, acquistato dal Napoli Calcio, dall’As Roma e poi ceduto all’Olympiacos nel 2022.  Il difensore greco fu acquistato nell’estate 2018 dai campani per 36 milioni di euro dalla Roma, che generò una plusvalenza di 31,1 milioni di euro. Nella stessa sessione di mercato, in una trattativa non collegata ufficialmente con quella per Manolas, il Napoli vendette proprio al club capitolino Roma il centrocampista Diawara per 21 milioni di euro. L’ipotesi di reato è quella di falso in bilancio a carico del patron degli azzurri.

Il processo sportivo e il proscioglimento

Prima dei pm ordinari, però, sull’acquisto di Osimhen aveva già acceso il proprio faro la procura della Figc, chiedendo una multa di 329mila euro nei confronti della società partenopea e un’inibizione da 11 mesi e 5 giorni per Aurelio De Laurentiis. L’accusa era quella di avere contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili. Ma il Tfn non accolse questa tesi, e prosciolse sia il Napoli che il suo patron. Ora però il club rischia anche sotto il profilo sportivo

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