A 34 anni il centravanti ex nazionale si rimette in gioco con i rossoblu
È un nome che evoca emozioni contrapposte e discordanti, simbolo di chi non è riuscito a gestire e coltivare con la giusta misura un talento straordinario. L’attaccante che mezzo mondo calcistico ci invidiò un decennio fa, quel ‘supereroe’ che 14 anni fa distrusse la Germania agli Europei del 2012 con una magica doppietta, torna a calcare i palcoscenici della Serie A. A 34 anni Mario Balotelli, classe 1990, ricomincia da tre con la maglia del Genoa. Perché dopo l’ascesa all’Inter, la sfida inglese al Manchester City, il rientro in serie A con il Milan, l’avventura francese al Nizza e al Marsiglia e la breve e poco fortunosa rentrèè al Brescia prima di emigrare in Turchia e Svizzera, il bomber per la terza volta prova a ‘rigenerarsi’ nel massimo campionato italiano. Una scommessa, l’ennesima per provare a dire, soprattutto a se stesso, che ci si può perdere nei meandri di una personalità fuori dagli schemi, ma che c’è sempre una via per la rinascita. La carriera di ‘Supermario’ è stata e resta una montagna russa fatta di emozioni, di vibranti ascese e rovinose cadute al punto che sembrava che la parola fine fosse già scritta. Ma a vincere è stata ancora una volta la voglia di rimettersi in gioco e dimostrare che il talento è ancora intatto. Nonostante tutto.
L’ascesa, dal Lumezzane a Inter e Man City
La carriera di ‘Balo’ inizia nelle giovanili del Lumezzane, un club che, proprio come il Genoa, veste i colori rossoblù. È qui che Mario muove i suoi primi passi nel mondo del calcio, debuttando il 2 aprile 2006, a soli 15 anni, nella partita contro il Padova in Serie C1. È la svolta. Giovanissimo si trasferisce all’Inter, dove entra a far parte della squadra Primavera. Il suo talento è talmente evidente che l’allora tecnico Roberto Mancini lo chiama in prima squadra. Il 26 dicembre 2007 debutta in Serie A contro il Cagliari e pochi giorni dopo segna una doppietta in Coppa Italia contro la Reggina. Mario è dunque un predestinato. Non solo contribuisce alla vittoria dello scudetto ma diventa anche il più giovane marcatore in Champions con la maglia nerazzurra. L’apice con l’Inter lo raggiunge con il trionfo del Triplete nel 2010, nonostante le tensioni con il tecnico Mourinho. In quell’estate si trasferisce al Manchester City per 30 milioni di euro e in Premier diventa un idolo: indimenticabile la maglietta con la scritta ‘Why always me?’ mostrata sfoggiando la propria incredulità dopo una doppietta nel derby contro lo United. Ma i suoi fan non possono dimenticare l’assist a Sergio Aguero nel match contro il Queen Park Rangers con cui i Citizens vincono il titolo nel 2012 dopo 44 anni di digiuno.
La discesa, dal Milan alla Francia fino alla Turchia
Da quel momento in poi ‘Supermario’ ha perduto i poteri, si è perso, tra promesse non mantenute e gesta ben poco professionali. Il primo ritorno in Italia, al Milan, non è troppo esaltante. Lascia subito il segno con una doppietta all’Udinese, contribuisce al terzo posto dei rossoneri con 12 gol in 13 partite ma l’anno dopo nonostante le 14 reti, non brilla. Em dopo una breve parentesi al Liverpool, torna in rossonero senza riuscire a prendersi le sue rivincite, anche a causa di alcuni problemi fisici. Così decide di passare ancora una volta oltreconfine e trasferirsi in Francia, al Nizza dove ritrova la forma migliore, segnando 15 gol in 23 partite nella sua prima stagione. Bene anche l’anno dopo per poi passare a gennaio al Marsiglia dove segna poco (8 reti in 15) e non rinnova il contratto. Da qui il secondo ritorno in Italia, al Brescia dove non riesce ad evitare alle Rondinelle la retrocessione. Dopo un periodo di inattività passa al Monza, in serie B, non riuscendo a portare i lombardi nella massima serie. E allora, altro giro, altra corsa fuori dall’Europa. Nel 2021 il trasferimento in Turchia, all’Adana Demirspor, dove vive una stagione positiva con 19 gol in 33 partite. Ma i contrasti con il tecnico Vincenzo Montella lo portano a cambiare nuovamente squadra. Stavolta sponda Svizzera, al Sion dove si limita ad uno score di 6 reti in 19 partite, insufficienti per evitare la retrocessione del club elvetico. Da allora Mario ha aspettato una chiamata che lo stimolasse. Ma serviva anche rimettersi in forma, tornare ad allenarsi con continuità per potersi sentire pronto ad un nuovo rientro in Italia, il terzo. E il Genoa è la sua nuova strada. Balotelli in questi ultimi anni è stato spesso chiamato in causa per un suo ritorno in Nazionale. Ex ct come Conte, Ventura ma soprattutto Mancini hanno spesso dovuto rispondere a chi spingeva per una sua convocazione, utile per far risalire le sorti degli azzurri. Per ‘Balo’ la sua ultima apparizione in Azzurro risale all’agosto del 2018, contro la Polonia a Bologna. Il ct era Mancini, uno dei suo mentori, esonerato pochi giorni dall’Arabia Saudita, l’ultima squadra a cui Supermario segnò in azzurro.
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