Sospese le partite di campionato, il presidente turco: "Siamo davvero molto, molto dispiaciuti. Che Dio ti conceda una pronta guarigione"

Halil Umut Meler, l’arbitro turco picchiato in campo al termine di una partita di calcio, ha ricevuto in ospedale la telefonata del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Siamo davvero molto, molto dispiaciuti. Che Dio ti conceda una pronta guarigione. Guardare una cosa del genere ci ha molto sconvolto”, ha detto Erdogan. “Dio la benedica signor presidente, grazie”, ha risposto l’arbitro. Era stato il presidente dell’MKE Ankaragucu, Faruk Koca, ad aggredire l’arbitro lunedì sera dopo il pareggio per 1-1 nella partita della Super Lig contro il Caykur Rizespor. La Federcalcio in Turchia ha sospeso tutte le partite di campionato. Meler, che ha riportato una lieve frattura vicino all’occhio, è stato portato in un ospedale della zona e dovrebbe essere dimesso domani. Il direttore di gara ha ricevuto la visita del ministro degli Interni, Ali Yerlikaya, che gli ha consegnato un cellulare con Erdogan all’altro capo del telefono. Anche Koca, considerato a rischio di infarto, è stato ricoverato nella notte.

Il presidente della Federcalcio turca, Mehmet Buyukeksi, ha condannato l’aggressione definendo l’episodio “infelice e vergognoso”. Per poi aggiungere: “Le dichiarazioni irresponsabili di presidenti di club, dirigenti, allenatori e commentatori televisivi contro gli arbitri hanno aperto la strada a questo attacco”. Parlando ai giornalisti dopo aver visitato Meler in ospedale, Buyukeksi ha detto che spera che l’incidente diventi una “pietra miliare” per cambiare il calcio in Turchia, paese che ospiterà gli Europei del 2032 insieme all’Italia. “Sport significa pace e fratellanza. Lo sport è incompatibile con la violenza. Non permetteremo mai che si verifichi violenza nello sport turco”, ha scritto Erdogan su X. Condanna netta anche dal presidente della Fifa, Gianni Infantino, per il quale si tratta di fatti “totalmente inaccettabili” che “non hanno posto nel nostro sport e nella nostra società”. “Senza gli arbitri non esiste il calcio”, ha rimarcato Infantino.

Quanto accaduto in Turchia è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza diffusa nel mondo del calcio. In Grecia, le autorità hanno deciso di far disputare tutte le partite del campionato a porte chiuse fino al 12 febbraio. La decisione è stata presa dopo il grave ferimento di un poliziotto negli scontri tra tifosi durante una match di pallavolo ad Atene tra Olympiakos e Panathinaikos, interrotto per gli incidenti all’esterno del palazzetto. Si sospetta che gli incidenti abbiano coinvolto gli ultras delle due squadre di calcio. In Francia, oltre a una serie di cori omofobi e razzisti, ha fatto particolarmente scalpore il ferimento di Fabio Grosso nell’assalto al pullman del Lione da parte degli ultras del Marsiglia prima del match tra le due squadre poi annullato. In Inghilterra, quattro agenti di polizia sono rimasti feriti dopo pesanti scontri con gli hooligan polacchi del Legia Varsavia prima di una partita di Conference League contro l’Aston Villa il 30 novembre. Quasi 50 tifosi polacchi sono stati arrestati per i disordini fuori dallo stadio. La violenza nel calcio non è però un fenomeno solo europeo. Violenti scontri sono stati registrati anche prima del match Brasile-Argentina al Maracanà di Rio de Janeiro, valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2026. La partita è iniziata con quasi mezz’ora di ritardo e la polizia è intervenuta in maniera dura per sedare i disordini. La nazionale argentina, guidata da Leo Messi, è tornata negli spogliatoi in attesa che la situazione tornasse alla normalità.

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