La vittoria del cuore. Un gol di Calhanoglu sul finire del primo tempo consente all’Inter di battere il Barcellona a San Siro nella terza giornata della fase a gironi di Champions League. Tre punti preziosissimi per i nerazzurri, che si portano al secondo posto da soli nel girone C alle spalle del Bayern Monaco. Un successo ottenuto con una prestazione gagliarda, con una difesa concentratissima e che di fatto è riuscita nel difficilissimo compito di annullare Lewandowski. Il bomber polacco non si è mai reso pericoloso, letteralmente stritolato nella morsa di Skriniar e De Vrij. Inzaghi ha studiato il modo migliore per battere il Barcellona, compatta e chiusa in difesa per poi ripartire con micidiali ripartenze che hanno puntualmente preso alle spalle la lenta difesa dei blaugrana. Ottima la prova in mezzo al campo di Barella e dello stesso Calhanoglu schierato nel ruolo di regista al posto di Brozovic. Una prestazione che è anche il segnale che la società si aspettava per dare un messaggio di vicinanza e di supporto ad un allenatore ormai da settimane sulla graticola. Deludente la prestazione del Barcellona, che si è incapponito in uno sterile fraseggio fino al limite dell’area di rigore ma senza mai riuscire a sfondare le linee nemiche. Per la squadra di Xavi la qualificazione agli ottavi si fa in salita, anche se c’è sempre il ritorno al Camp Nou in cui tutto può ancora succedere.
Nelle file nerazzurre, Inzaghi recupera Lautaro in attacco e schiera al suo fianco Correa con Dzeko in panchina. Altra novità in porta con Onana al posto di Handanovic, mentre in difesa gioca De Vrij invece di Acerbi. Sulla destra spazio a Darmian, mentre in mediana gioca Calhanoglu regista con Mkhitaryan mezzala sinistra. Nel Barcellona (in campo con una inedita maglia bianca con una croci blaugrana sul petto), Xavi schiera come da previsioni Dembélé, Lewandowski e Raphinha in attacco. In panchina il gioiellino Ansu Fati, i veterani Piqué e Jordi Alba insieme all’ex milanista Kessie. Serata dal clima mite, San Siro vestito a festa come per le grandi occasioni. Non c’è il tutto esaurito solo per la scarsa affluenza di tifosi blaugrana. Prima della partita è stato osservato 1′ di silenzio in memoria delle vittime della tragedia dello stadio Malang in Indonesia, dove durante la gara tra l’Arema Fc e il Persebaya Surabaya hanno perso la vita 131 persone.
Come prevedibile è il Barcellona a prendere subito in mano il pallino del gioco, con il suo fraseggio breve la squadra di Xavi si installa nella metà campo dell’Inter provando ad entrare in area con improvvise accelerazioni. La prima vera occasione, però, capita sui piedi nerazzurri con un tiro dalla distanza di Calhanoglu deviato in angolo da Ter Stegen dopo una rapida ripartenza guidata da Barella. Il Barça risponde con due tentativi delle torri Garcia e Christensen di testa su altrettanti calci d’angolo, Onana è attento. Ci prova anche Lewandowski, ma ancora il portiere interista non si fa sorprendere. La squadra di Xavi continua a premere, ma in contropiede è ancora l’Inter a rendersi pericolosa con un tirocross da sinistra di Mkhitaryan sventato in angolo da un difensore. In rapida successione nerazzurri ancora insidiosi con Dimarco prima e Lautaro poi. Poco prima della mezzora, azione convulsa in area blaugrana con Correa che chiede il rigore per un fallo di mani avversario. L’arbitro alla prima occasione va a controllare il Var, ma fischia un fuorigioco precedente di Lautaro. Prima dell’intervallo Barcellona di nuovo pericoloso con Dembelé al termine di un contropiede magistralmente orchestrato da Pedri, giocatore di gran classe. Il gol lo trova però l’Inter con un micidiale destro rasoterra dal limite di Calhanoglu al 47′. Alla fine della prima frazione il possesso palla recita 67% a 33 per il Barça, ma a condurre è la squadra di Inzaghi.
Stesso copione nella ripresa, con il Barcellona a fare la partita e l’Inter sempre pronta a ripartire. Dopo meno di un’ora di gioco, Inzaghi inserisce Dzeko al posto di Correa per provare a fare salire la squadra. Xavi risponde inserendo Piqué al posto di Christensen. Il tecnico spagnolo inverte anche le posizioni di Dembelé e Raphinha in attacco e la mossa per poco non paga subito, visto che al 60′ il francese sfiora il pareggio con una botta di sinistro respinta da Onana in collaborazione con il palo. Poco dopo gol di Pedri annullato dal Var per un tocco di mani di Fati sul cross di Dembelé. A dieci dalla fine Inter vicinissima al raddoppio con Dzeko, contrastato di testa da Garcia su cross di Dumfries. Il Barça continua con il suo fraseggio al limite dell’area interista, ma non riesce mai a trovare spazi per la prova monumentale di Skriniar, De Vrij e Bastoni che improvvisamente sembrano tornati quelli degli ultimi due anni. Nel finale da segnalare la bordata di fischi di San Siro all’ingresso dell’ex milanista Kessie al posto di Gavi e un colpo di testa di Busquets fuori su calcio d’angolo. Ancora un brivido per i tifosi nerazzurri un possibile rigore per il Barcellona per un presunto tocco di mani di Dumfries su un colpo di testa di un avversario, ma il Var conferma la decisione dell’arbitro di lasciar correre. Ultimo sussulto blaugrana un tirocross di Dembelé per Lewandowski con palla di un soffio a lato. Dopo otto interminabilii minuti di recupero, San Siro può esplodere di gioia per una vittoria fondamentale per il modo in cui è arrivata e nel momento in cui è arrivata.