Nel finale ancora due espulsioni per gli azzurrini: rosso a Scamacca e Rovella

Cuore, sofferenza e sacrificio sono armi preziose quando si è alle strette. E agli azzurrini bastano per strappare un pareggio pesante e tenere aperte le speranze di approdo ai quarti di finale. L’Italia Under 21, in piena emergenza e con una panchina quanto mai corta, riesce a non farsi dominare dalla corazzata spagnola, uscendo dallo stadio sloveno di Maribor con un 0-0 che fa morale seppur macchiato da altre due espulsioni nel finale (di Scamacca e Rovella) che finiscono per rovinare in parte la prestazione. E la mancanza di tenuta mentale nei momenti più caldi e decisivi della gara si è di fatto ripetuta come contro la Repubblica Ceca. C’era alla vigilia il divieto di perdere “all’università del calcio” e contro i campioni in carica la squadra di Nicolato da matricola piena di timori ma con sprazzi di coraggio, ha mostrato davanti ai maestri iberici la compattezza di un grupppo che pur inferiore per tecnica e qualità alla Rojita è riuscito ad arginare gli assalti. Il punto, ottenuto anche grazie ad una parata straordinaria di Carnesecchi nel finale, consente agli azzurrini di appaiare al secondo posto in classifica la Repubblica Ceca che ha fermato nel finale i padroni di casa della Slovenia, l’avversario con cui gli azzurrini si giocheranno martedì prossimo l’accesso ai quarti.

Per le squalifiche di Marchizza e Tonali, Nicolato opta per Lovato e Rovella, cambia gli esterni inserendo Bellanova e Fabrotta e conferma il tandem d’attacco Cutrone-Scamacca con Pobega preferito a Maggiore in mediana. Nella Spagna Mingueza al posto di Pipa a destra e il trio d’attacco composto da Javi Puado, Curella e Abel Ruiz con il centrocampista della Roma Villar dal primo minuto e l’attaccante rossonero Brahim Diaz in panchina. La Spagna parte con il solito fraseggio prolungato a centrocampo per poi allargarsi sugli esterni, l’Italia fa buona pressione, prova a non farsi imbrigliare, cerca il gioco veloce ma manca l’attacco alla profondità e quando avviene non è preciso. La gara è molto tattica, nei primi 20 minuti nessun vero squillo. Gli azzurrini non concedono spazi e attendono nella propria metà campo mentre gli spagnoli continuano a manovrare impostando dal basso. La squadra di Nicolato prova però a prendere coraggio e a farsi più propositiva e intraprendente. Dopo una iniziativa personale di Pobega con un tiro da lontano, la grande occasione arriva al 30′ con Frattesi che sfrutta un errore di Guillamon e scarica un destro violento a mezza altezza che viene deviato sulla traversa dal portiere Fernandez. Sono segnali di vivacità di una squadra che inizia a prendere maggiore fiducia ma restano troppi gli errori in fase di costruzione, dovuti anche alla abilità tecniche e tattiche degli spagnoli. Nonostante le tante assenze l’Italia tiene comunque bene il campo, senza farsi mettere sotto dalla Rojita ma serve una giocata illuminante per superare la montagna iberica.

Nella ripresa la Spagna cambia assetto tattico, l’Italia parte contratta e subisce la maggiore determinazione degli iberici. Il match continua a giocarsi a centrocampo e vive di fiammate come quella offerta da Fabrotta che al 53′ arriva sul fondo ma crossa troppo arretrato per Cutrone e Frattesi. Il ct spagnolo fa rientrare negli spogliatoi Villar optando per la fisicità di Moncayola. L’Italia deve cercare di portare la squadra spagnola sugli esterni ma spesso si fa schiacciare perchè si nota la differenza di passo e e di tecnica. Ma gli azzurri non mollano: non a caso il primo tiro in porta degli iberici arriva al 58 con un destro di Cucurella che non impensierisce Carnesecchi. La Spagna alza il ritmo, l’Italia appare stanca e sulel gambe e Nicolato capisce che servono forze fresche facendo uscire Cutrone per Raspadori che va ad affiancare Scamacca. L’Italia non riesce a disinnescare la pressione degli iberici. Il finale è arroventato e ancora una volta la squadra perde la testa: Scamacca in due minuti si fa ammonire due volte e viene espulso Rovella, che aveva già un cartellino giallo, protesta con veemenza e finisce anche lui anzitempo il match chiuso dalla Spagna in 10 uomini (rosso a Mingueza). La squadra di Nicolato barcolla, ma a tenerla in piedi è ancora una volta Carnesecchi con una parata capolavoro che salva il risultato e regala all’Italia speranze di qualificazione.

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