Lo svedese ancora protagonista ma deve uscire per un problema muscolare

Non si può dire che Zlatan Ibrahimovic non sia un uomo di parola. Aveva promesso a Bonera che ci avrebbe pensato lui e non ha tradito le attese. Il totem svedese è protagonista assoluto nel successo dei rossoneri a Napoli: doppietta d’autore e Diavolo di nuovo in paradiso, lì davanti a guardare tutti dall’alto verso il basso, con tanto di sigillo finale di Hauge (3-1) nel recupero a chiudere la partita. L’ultima volta che il Milan si era imposto al San Paolo, dieci anni fa, c’era lui. E anche in quel 25 ottobre era andato a segno. Quell’anno, con Allegri in panchina, i rossoneri conquistarono lo scudetto. Per Pioli – assente a causa del Covid-19 – la strada è ancora lunga, ma dopo l’ennesima prova di forza, per lo più in uno scontro diretto, ormai in via Aldo Rossi non si possono più nascondere. Anche se proprio l’infortunio di Zlatan, uscito per un problema muscolare alla coscia, rende agrodolce il sapore di un successo meritato e convincente. Gattuso ha pagato a caro prezzo l’assenza di Osimhen: ora il Napoli dista sei punti dalla vetta, in una gara in cui ha dovuto inseguire dall’inizio alla fine. Senza mai dare l’impressione di poter davvero cambia la storia della partita. Piegato prima dalla doppietta di Ibra, poi – definitivamente – dall’espulsione di Bakayoko subito dopo il gol della speranza di Mertens. E tra una settimana, sempre al San Paolo, arriva la lanciatissima Roma.

L’avvio sorride al Milan. Senza Osimhen come riferimento offensivo lì davanti il Napoli ci mette un po’ per trovare le giuste misure in campo con Mertens falso nove. Nel frattempo il Diavolo – in campo con la formazione tipo eccezion fatta per l’inserimento, o meglio il ritorno, di Rebic sulla corsia mancina al posto dell’indisponibile Leao – non sta a guardare. Proprio Rebic colpisce male sul pallonetto geniale di Ibrahimovic, un minuto dopo Calhanoglu fa entrare in partita Meret con un tiro da fuori. Sull’angolo che ne deriva Kjaer colpisce malissimo dal cuore dell’area piccola. I padroni di casa soffrono in particolare sulla corsia sinistra ed è proprio da lì che gli ospiti affondano il colpo: pennellata di Theo Hernandez, Ibra sovrasta Koulibaly e stappa il match. Incassato lo schiaffo l’undici di Gattuso improvvisamente si sveglia. Politano è effervescente, Mertens svaria su tutto il fronte offensivo non dando punto di riferimento. Proprio il belga al 26′ costringe Donnarumma a un intervento a mano aperta sul tiro sporco e angolato, destinato in rete. Sul corner altra palla gol enorme per il Napoli: Rebic fa muro su Bakayoko, Di Lorenzo centra la traversa, Lozano non riesce a convertire in rete. Il Milan in qualche modo si salva ma i campani ormai sono entrati pienamente in partita.

Il Napoli però non ha fatto i conti con Zlatan. Che al 9′ finalizza una splendida azione di contropiede made in Milan. Calhanoglu vede il corridoio giusto per Rebic, che vola sulla sinistra e cross sul secondo palo dove spunta lo svedese, che si infila tra Koulibaly e Mario Rui e di ginocchio silenzia i propositi di belligeranza dei padroni di casa. E stacca CR7 nella lotta per la classifica cannonieri, salendo a quota dieci. In un sussulto d’orgoglio il Napoli accorcia con un sigillo di Mertens, su cross di Mario Rui, ma una manciata di minuti dopo Bakayoko, già ammonito, stende con le cattive il treno Theo Hernandez. Gattuso nonostante l’inferiorità numerica si gioca le carte Petagna e Zielinski, Bonera risponde cambiando il fronte offensivo (dentro Hauge e Castillejo, infine Krunic) ma non l’atteggiamento in campo: fuori Saelemaekers e Rebic prima, Calhanoglu poi. Il Milan però perde soprattutto Ibrahimovic, che si arrende per un problema ai flessori. L’unico sussulto lo regala Petagna, poi ci pensa Hauge – alla prima gioia nel nostro campionato – a rendere meno bollente il finale.

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