I bianconeri si sono imposti 2-0 e ora vedono la capolista Milan più da vicino

Il messaggio di Andrea Pirlo sembra esser stato recepito. Il tempo degli esperimenti è concluso, il campionato della Juventus è iniziato e il biglietto da visita che inviano i campioni d’Italia alle rivali è un convincente 2-0 sul Cagliari, domato in tutto e per tutto. Sul piano fisico e tecnico. La firma è quella solita, si può abbreviare con CR7. Cristiano Ronaldo con due reti nel primo tempo (tiro a giro e zampata su un corner) mette il sigillo sul successo dei padroni di casa. Sono otto gol in campionato, in appena cinque presenze, bottino che gli vale il primato nella classifica capocannonieri in coabitazione con Zlatan Ibrahimovic. Fabio Paratici nel pre-partita lo ha blindato respingendo i rumors di mercato: difficile dargli torto, come è difficile immaginare in questo momento una Juve senza Cristiano.

La Vecchia Signora per una notte è seconda in classifica ma la terza doppietta in stagione dell’ex stella del Real Madrid dopo quelle a Spezia e Roma non è l’unica buona notizia per il Maestro. Il ritorno di de Ligt, già a pieno regime, ha dato maggiore compattezza e aggressività alla linea difensiva. Salendo a centrocampo, l’aria di casa ha fatto bene ad Arthur, che dopo aver brillato con il Brasile è sembrato maggiormente coinvolto anche nelle dinamiche del gioco bianconero. Dalla nazionale Pirlo ha poi riacquisito un Bernardeschi ritrovato, galvanizzato e finalmente protagonista dopo un lungo periodo di appannamento. Se si aggiunge anche il rientro di Alex Sandro – all’esordio stagionale – per uno spezzone di partita, l’unica pecca resta Paulo Dybala, entrato nella mezzora finale ma senza scuotere il match come ci si poteva (e doveva) aspettare dopo la pessima prova con la Lazio.

Il cantiere Juve sembra aver trovato definitivamente una sua fisionomia: de Ligt si è posizionato al centro del muro difensivo, con Danilo e Demiral fedeli scudieri. E la novità Buffon tra i pali al posto di Szczesny. Sugli esterni spazio a Cuadrado – con tanto di investitura di fascia da capitano – da un lato e Bernardeschi dall’altro, che ha vinto il ballottaggio su Chiesa e Frabotta. Con Arthur e Rabiot in mediana a Kulusevski nelle vesti di incursore, partendo da destra, alle spalle degli intoccabili Morata e Ronaldo. Di Francesco si è presentato con un coraggioso 4-2-3-1, ma Ounas è scomparso quasi subito e Zappa si è ritrovato più a coprire che ad offendere. Il solo Joao Pedro non è riuscito a duettare con un Simeone chiuso nella morsa bianconera e la coppia Marin-Rog è andata quasi subito in affanno. Certo, le pesanti assenze di Nandez e Godin hanno tolto leadership e ‘garra’ a un Cagliari rintanato in fase difensiva dopo un avvio sprint e illusorio. Dopo il gol annullato a Bernardeschi per un precedente fuorigioco di Morata i padroni di casa hanno preso il controllo totale del campo. Tra un salvataggio in extremis di Walukiewicz e un tiro a giro a lato di Kulusevski, gli ospiti sono rimasti comunque in partita per oltre mezzora. Poi a Ronaldo sono venuti i cinque minuti. E per il Cagliari è calata la notte: un tiro a giro dopo un paio di finte che hanno mandato in tilt Zappa ha sbloccato il match, la zampata sul secondo palo, raccogliendo la torre di Demiral sugli sviluppi di un corner, ha chiuso la partita con 45′ d’anticipo. Nella ripresa infatti – eccezion fatta per una rete di testa annullata a Klavan per un offside precedente (unico tiro in porta dei sardi) – la Vecchia Signora ha controllato senza problemi. E la goleada non è arrivata un po’ per sfortuna un po’ per imprecisione, tra una traversa di Demiral, un miracolo di Cragno su Bernardeschi e un tiro alto di Morata. Ma a questa Juve in fondo basta avere Cristiano.

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