La memoria storica del club emiliano è pronta a tornare
La memoria storica del Sassuolo è pronta a tornare. In una realtà che in questi anni ha fatto da trampolino di lancio per giovani calciatori e ambiziosi allenatori, Francesco Magnanelli rappresenta una costante. Oltre 450 presenze all’attivo, protagonista della cavalcata dalla C2 alla Serie A – fino alla storica qualificazione in Europa League nel 2016/17 con Di Francesco in panchina – il centrocampista dei neroverdi è sempre riuscito a ritagliarsi il proprio spazio in campo. Anche quando gli avversari sono diventati Cristiano Ronaldo e Romelu Lukaku, anche quando ha smesso di frequentare gli stadi di provincia per misurarsi sotto i riflettori di San Siro o del San Paolo, passando per l’Olimpico e l’Allianz Stadium. Rimasto fuori in questo primo scorcio di stagione per un intervento di riparazione di una sport-ernia a cui si è sottoposto a inizio settembre, Magnanelli ha “tantissima voglia” di rientrare – è in odore di convocazione per la trasferta di domenica a Verona – per aiutare i compagni e scrivere nuove pagine nel romanzo di formazione con il Sassuolo, secondo in classifica in questa Serie A senza padroni. “Sono convinto di poter dare una mano in questo momento, ho tantissima voglia, anche perché la squadra sta volando e quindi vorrei cercare di dare il mio contributo – ha raccontato il 36enne veterano dei neroverdi in una intervista a LaPresse – Quando sei fuori puoi essere importante quanto vuoi ma quello che ti fa sentire importante per la squadra è il campo”.
Siete secondi in campionato dopo sette giornate, eppure non si parla più di ‘sorpresa’ Sassuolo…
E’ un dettaglio che ho notato anche io, il fatto che non venga detto è un segno di rispetto in più. Sono passate pochissime partite, però esser partiti con un gruppo già collaudato e una idea di gioco ben precisa, con giocatori importanti che ci possono trascinare ancora di più, mi fa ben sperare. Il sogno è di continuare così e cercare di lottare per le posizioni in alto, bisognerà esser bravi soprattutto nel momento in cui magari qualche partita ti gira meno bene a tener botta.
L’obiettivo è centrare un posto in Europa League?
Questo è un campionato anomalo, può succedere di tutto in qualsiasi posizione e per qualsiasi obiettivo. Bisogna stare molto sereni e tranquilli, non fare voli pindarici però in questo momento il nostro obiettivo deve essere cercar di migliorarsi partita dopo partita e ottenere il massimo, al di là di chi hai davanti. Adesso c’è la sensazione di potersela giocare con chiunque, questo penso sia già un passo in avanti importante.
Lei conosce più di chiunque altro questa società, dal momento che ci gioca dal 2005. Qual è il segreto del Sassuolo?
Questa piazza e questa società è vista da fuori come un’isola felice, perfetta, ma non è tutto così facile. I risultati non sono scontati, dietro c’è una grande programmazione, una idea, anche noi abbiamo vissuto delle stagioni in cui non eravamo così sotto gli occhi di tutti e ci siamo comunque dovuti rimboccare le maniche. Abbiamo cercato di imparare, perché poi quando sali di categoria devi sempre cercare di imparare di più e non è facile. Detto questo il segreto del Sassuolo sicuramente è il saper scegliere gli allenatori giusti, insieme alla tranquillità di poter lavorare senza grandi pressioni.
A proposito di allenatori giusti, cosa vi sta dando in più De Zerbi?
Ha dato una svolta importante a questa società, a una squadra che era già affermata in Serie A. La stessa cosa era avvenuta con Di Francesco. Avevamo bisogno di qualcuno che ci trascinasse con idee nuove e soprattutto con idee forti. Ci ha spiegato la sua idea di calcio, ce l’ha fatta capire, ci siamo entrati dentro. Credo sia stato tra i primi a portare un tipo di calcio del genere. Lui sotto questo punto di vista è veramente un fenomeno, ha qualcosa in più rispetto agli altri. E’ il numero uno, la società è stata brava a dargli le chiavi di questo giocattolo e lui lo sta portando a grandi livelli, ha valorizzato appieno il parco giocatori.
Parlando di giocatori valorizzati, l’exploit di Locatelli è sotto gli occhi di tutti…
Credo che in questo momento sia il centrocampista italiano più forte in circolazione, quello che ha la maggiore possibilità di andare nei top club europei. Ci sono giocatori forti che arriveranno in grandi squadre, lui secondo me ha quel margine in più per arrivare nei top club europei, non solo italiani. E parlo di Bayern monaco, Real Madrid, queste squadre. E’ già a livelli alti, e ha ancora del margine. E poi come dico sempre quando quelli forti come lui si mettono a giocare con altri calciatori forti diventano ancora più bravi. Non può che avere una carriera incredibile davanti a sé.
Avete già raggiunto l’Europa con Di Francesco in panchina. Differenze e analogie tra quella rosa e questa attuale?
Questa squadra se dovesse arrivare in Europa potrebbe essere molto più pronta di quella. La qualità della rosa si assomiglia, anche se questa è probabilmente più forte, però se dovessimo arrivarci saremo sicuramente più preparati e avremo molta più esperienza sulle spalle.
Il Covid-19 non ha risparmiato la vostra squadra. Come state affrontando l’esperienza del virus?
Abbiamo avuto 4-5 casi, per fortuna abbastanza isolati. La nostra società è molto molto attenta, ci detta delle regole ben precise e ce le fa rispettare. Per adesso non ci sono stati focolai, un po’ per le regole che hanno imposto un po’ per fortuna. E’ un argomento attuale, che è impossibile non affrontare vista anche la quotidianità dei tamponi. Ci siamo dentro in pieno, la cosa strana è che per assurdo ci stiamo facendo un po’ l’abitudine. Stiamo cercando di fare il nostro lavoro al meglio, però il calcio senza tifosi perde tanto.
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