Agli azzurri bastano una vittoria o due pareggi nelle prossime gare di Nations League per essere testa di serie ai sorteggi per il Mondiale. Domenica a Reggio Emilia il match contro Lewandowski e compagni
La missione sta per essere completata. All'Italia di Roberto Mancini basterà un successo o due pareggi contro Polonia (domenica a Reggio Emilia) e Bosnia (mercoledì a Sarajevo), prossime avversarie in Nations League, per essere nelle prime 10 del ranking Fifa e affrontare il sorteggio del 7 dicembre per le qualificazioni a Qatar 2022 da testa di serie. Evitare la trappola che ha generato l'esclusione dal Mondiale del 2018 era una delle priorità di questo gruppo che sta continuando a regalare vittorie, dispensare fiducia e crescita in prospettiva dei suoi talenti. Il poker calato ieri al 'Franchi' di Firenze contro la seppur debole Estonia non ha solo allungato la serie positiva (ventesimo risultato utile consecutivo con 15 vittorie e 5 pareggi) ma certificato le qualità dei giovani debuttanti e dei giocatori su cui il ct ha sempre puntato.
Tra questi Vincenzo Grifo, tedesco d'Italia, che ha con una doppietta si è candidato per un posto nella rosa dei selezionati per l'Europeo di giugno. Il centravanti del Friburgo, insieme a Mattia Zaccagni, ha lasciato il ritiro per fare rientro presso il club di appartenenza lasciando però dietro di sè una scia positiva. La sua storia è emblematica di come con il carattere e la determinazione, la stessa che predica il ct, si possano raggiungere traguardi inseperati e arrivare lontano. Prima del 2015, Grifo era uno dei tanti italiani che provavano ad emergere nel sud ovest della Germania, da decenni meta di emigrazione dall'Italia. Con tanta volontà, dedizione e un po' di fortuna, a partire da quella di incontrare ottimi allenatori e dirigenti lungimiranti, Grifo, nato nel 1993 a Pforzheim da genitori italiani, ha scalato le proprie montagne personali iniziando la sua ascesa prima nelle gioavnili del Karlsruhe, per poi approdare all'Hoffenheim, nel Friburgo e nel Borussia Moenchengladbach prima di fare rientro nel 2019 nella squadra della città del Baden-Württemberg. Nel settembre del 2013 ha esordito con la maglia azzurra Under-20 guidata proprio da Alberico Evani realizzando una rete. Un segno del destino che si è ripetuto ieri con Evani ancora in panchina. Già da quando ha debuttato nel 2015 nell'Under 21 guidata da Di Biagio, Mancini ha puntato sulle sue qualità. Interista grazie ad una maglia di Roberto Baggio regalata dal nonno, sogna di approdare in serie A. "La seguo sempre, mi sento italiano", ha sempre dichiarato l'attaccante.
Ma l'Italia del Mancio di storie così ne vuole scrivere altre. Sono 32 i debuttanti che il ct ha buttato nella mischia dall'inizio della sua gestione. A cominciare dai cinque esordienti assoluti (Bastoni, Calabria, Luca Pellegrini, Pessina e Pellegri) di ieri. A colpire è la facilitò con cui gli ultimi arrivati riescano a integrarsi nel gruppo, vero valore aggiunto di un'Italia che guarda in prospettiva con fiducia senza mai dimenticare il presente e i suoi obiettivi più immediati. Il peso dei 'senatori' si mischia alla coesione con le giovani leve, un connubio mancato nel recente passato e che di fatto ha provocato una serie di brutte figure anche in campo internazionale. Con il Mancio, vincente anche in regime di 'smart working' (difficile che il tecnico, ancora alle prese con il coronavirus, possa essere presente domenica a Reggio Emilia contro la Polonia), l'Italia può mirare verso un nuovo orizzonte. Domenica contro la Polonia serve vincere per guadagnare il primo posto nel girone di Nations League. Torneranno in campo i titolari e i giovani che hanno già vestito l'azzurro (oggi si sono aggregati al gruppo anche Acerbi e Barella) ma l'obiettivo è sempre lo stesso: fare squadra. Per Mancini solo così si vince e si costruisce il futuro. E si dà l'opportunità a chi fatica e stenta con i propri club di ritrovare il sorriso, come lo juventino Federico Bernardeschi, tornato alla gioia del gol: "C'è stata tanta gioia dopo quella rete, una bella esultanza. No, nessuna rabbia. Quella la lascio agli altri. Qui sono stati capaci di ricostruire tutto e hanno creato un ambiente sereno, pieno di entusiasmo".
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