Martedì 20 novembre la sfida. Solo 7 reti in 8 partite con il ct azzurro che però è fiducioso. Immobile: "Sono sereno, è diventato pesante non segnare ma ho le spalle larghe". Promosso nella nazionale maggiore Moise Kean
Solo 7 gol segnati in 8 partite con Roberto Mancini commissario tecnico, una media di meno di uno a partita. I numeri non mentono e nonostante il bel gioco espresso nelle ultime uscite, i risultati dell'Italia (fallito l'approdo alle Final Four di Nations League) non sono stati quelli sperati perché mancano i gol. L'essenza stessa del calcio, quello che ti fa urlare di gioia quando li segni e di disperazione quando li subisci.
Un problema riemerso prepotentemente nella partita contro il Portogallo, dominata per circa 70 minuti ma senza riuscire a vincerla a causa della scarsa lucidità sotto porta degli attaccanti azzurri. E dire che Ciro Immobile, il più deludente dei tre davanti, di gol ne ha sempre fatti: ben 154 in carriera in 297 partite con i club fra tutte le competizioni. Una media superiore al gol ogni due partite, ma che si abbassa drasticamente con la maglia della nazionale: solo 7 centri in 35 gare. Naturalmente non si può addossare la responsabilità solo al centravanti della Lazio, visto che i compagni di reparto (da Insigne a Belotti da Bernardeschi, a Chiesa) al momento non hanno fatto di meglio se si considera che il miglior marcatore del gruppo a disposizione di Mancini continua ad essere Chiellini con 8 gol. "Io sono sereno, so quello che valgo. Lo dimostro con la Lazio, ma tocca farlo anche con la Nazionale", ha ammesso Immobile dopo la gara contro il Portogallo. "Le due occasioni che ho avuto non sono state sfruttate nel migliore dei modi. Ma bisogna andare avanti, è diventato pesante non segnare ma ho le spalle larghe per guardare al futuro con positività", ha aggiunto. "Non bisogna rammaricarsi perché la prestazione è stata più che positiva", ha detto anche Kevin Lasagna entrato nel finale proprio al posto di Immobile ma senza risultati.
Sempre nel dopo partita contro il Portogallo, Mancini si è detto fiducioso e sicuro che il gol prima o poi arriverà: "Per gli attaccati è così: ci sono periodi in cui fanno gol e altri no. Ma il problema si risolverà". Certo è che le qualificazioni a Euro 2020 della prossima primavera sono dietro l'angolo e dall'urna di Dublino del prossimo 2 dicembre (l'Italia è in prima fascia) potrebbero uscire anche avversari temibili come Germania e Svezia. Per questo bisogna trovare una soluzione quanto prima, anche se non sarà semplice visto che aldilà di Immobile che con la Lazio il gol lo sta trovando con continuità (8 centri in 12 partite in campionato), non si può dire lo stesso per i vari Belotti, Simone Zaza e per il nuovamente 'desaparecido' Mario Balotelli.
Non a caso nell'ultima uscita del 2018 contro gli USA, Mancini ha promosso nella nazionale maggiore il millennial Moise Kean che nella Juve il campo lo vede poco, ma che con l'Under 21 è appena andato in gol contro l'Inghilterra. A Genk, oltre ad Immobile, Insigne, Jorginho, Chiellini e Alessandro Florenzi, non ci sarà anche Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista della Roma ha fatto ritorno al proprio club, a causa di un piccolo problema fisico. Gli altri Azzurri a disposizione del ct Mancini, invece, si sono allenati ad Appiano insieme ad alcuni ragazzi delle squadre Primavera e Berretti dell'Inter. La Nazionale partirà lunedì per il Belgio: l'allenamento ufficiale – previsto alla Luminus Arena (ore 18.00) – sarà preceduto dalla consueta conferenza stampa prepartita.
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