Il numero uno della Fifa nell'occhio del ciclone per il Mondiale per club, il Fair Play finanziario e gli investimenti in Qatar
I nuovi documenti di Football Leaks stanno provocato un nuovo terremoto nel mondo del calcio. Mondiale per club, Fair Play finanziario, gli investimenti in Qatar. Al centro delle principali accuse è finito il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che si difende in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Il primo tema è quello del Mondiale 2026 in Usa, Messico e Canada, che vedrà il numero delle squadre partecipanti salire da 32 a 48: "Non ho mai – dice – parlato con Trump per chiedergli di organizzare il 2026 in America e non in Marocco. Gli ho parlato soltanto dopo il voto, ad agosto. Ma anche quell’accusa è una falsità. Il sistema per assegnarlo è stato il più democratico e pubblico al mondo". "Non c’è una virgola di illegale e neanche una violazione di un regolamento", afferma. "Non c’è niente. C’è solo che la Fifa è totalmente cambiata rispetto al passato. Sono figlio di immigrati italiani, sto cambiando la Fifa e forse qualcuno non era abituato”.
Sugli incontri con Psg e City – club accusati di aver violato il Fair Play finanziario per un totale di 4,5 miliardi di euro, versati negli ultimi sette anni dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, proprietari dei club – Infantino prosegue: "Sono un presidente alla Fifa, prima ero un segretario generale esecutivo all’Uefa. Il mio obiettivo era aiutare i club, non distruggerli. Ho incontrato le due società come altre squadre per trovare un ‘settlement’, un accordo, ma la decisione finale spetta sempre ai panel giudicanti, non a me. E comunque City e Psg sono stati multati di una ventina di milioni, e non solo. Su 30 club, soltanto 2 sono stati esclusi: il Milan, che il Tas ha reintegrato nelle coppe, e una squadra russa. Quando si parla di favoritismi si sbaglia: i club ‘piccoli’ esclusi hanno avuto questa sanzione perché non hanno pagato i debiti, gli stipendi, cosa molto più grave”.
Sul Mondiale per Club: "Va fatto anche per impedire la Superlega e quei tornei estivi che si giocano in America o in giro per il mondo e che porteranno alla Superlega – continua Infantino -. Con il torneo Fifa ci sarà anche solidarietà e redistribuzione. A marzo vedremo: io cerco sempre di raggiungere l’accordo, ma se non sarà possibile si deciderà a maggioranza, come succede in democrazia”. Commenti sono arrivati anche sul Var, "Tra 10 anni si chiederanno come siamo stati così stupidi a cominciare così tardi”, sulla possibilità di disputare alcune partite del campionato europeo all'estero, "La Fifa ha detto no alla proposta spagnola perché non crediamo che a sua volta sarebbe contenta di ospitare in Spagna partite della Premier. La Supercoppa è diversa, si può fare, è un torneo comunque meno importante", e sugli investimenti Fifa: "Abbiamo quadruplicato gli investimenti per le federazioni e aumentato fatturato e riserve – conclude -. Tutti i versamenti sono sotto audit. Perché invece chi fa certe inchieste non si chiede dove finivano i soldi della vecchia Fifa? Erano sempre tanti, ma non si sa…”
Real Madrid e Guardiola sotto accusa. Sempre secondo Football Leaks, Kylian Mbappé è stato ad un passo dal Real Madrid nell'estate del 2017. I documenti, ripresi dalla stampa francese e spagnola, svelano che il 20 luglio tra il Monaco e il Blancos c'era l'accordo per il trasferimento dell'attaccante francese. Costo dell'operazione? In totale 214 milioni (180 milioni per il cartellino e 34 per il pagamento di una tassa della quale il Real si sarebbe fatto carico). L'affare però saltò perché il padre di Mbappé, Wilfried, chiese al numero uno dei madrileni, Florentino Perez, un ulteriore forfait di 30 milioni di euro. A quel punto la trattativa si arenò e nell'ultima giornata di mercato, il 31 agosto, entrò in scena il Psg. Il club di Ligue 1 si aggiudicò il futuro campione del mondo con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato a 180 milioni. Tra le condizioni imposte dall'entourage di Mbappé, un ingaggio di 10 milioni netti, un bonus di 5 milioni alla firma del contratto e uno in caso di vittoria del Pallone d'Oro: mettendo il trofeo in bacheca, infatti, l'attaccante vedrebbe salire il suo ingaggio a 30 milioni diventando il giocatore più pagato del club. Clausola, questa, però respinta dal Psg.
Pep Guardiola, invece, avrebbe trovato un accordo con il Manchester City il 10 ottobre 2015, ben due mesi prima di annunciare l'intenzione di lasciare il Bayern alla fine di quella stagione (20 dicembre). Der Spiegel, quotidiano tedesco che ha riportato online i documenti di Football Leaks, sostiene che l'ex tecnico del Barcellona si accordò per uno stipendio da 13,5 milioni di sterline (oltre 15 milioni di euro, ndr) nel suo primo anno al City, una somma salita a 16,75 milioni di sterline l'anno successivo. Guardiola ha firmato un nuovo contratto triennale questa estate, che, se lo completerà, renderà la parentesi al City la più lunga nella sua carriera. Intanto, contattati dalla stampa inglese, i dirigenti del Manchester City si sono rifiutati di commentare le accuse formulate dicendo solo che c'è "un tentativo di danneggiare la reputazione del club".
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