La squadra viola con i dirigenti e tifosi nella Basilica per l'ultimo saluto al capitano trovato senza vita domenica scorsa in un albergo a Udine
"Tu sei luce per tutti noi, grazie Davide". Parole, strozzate dalla commozione e dalle lacrime, pronunciate dal centrocampista della Fiorentina Milan Badelj. È stato lui a salutare per l'ultima volta, a nome di tutta la squadra, il capitano Davide Astori, trovato morto nella sua camera da letto dell'albergo 'La' di Moret' di Udine nella notte tra sabato e domenica (domenica pomeriggio era in programma la partita di campionato). Durante i funerali a Firenze, nella basilica di Santa Croce, il fratello Marco troppo commosso è riuscito a dire poche parole. La parola è poi passata a Badelj, che erediterà la fascia di capitano, che ha trovato la forza di ricordare ancora una volta Astori che "parlava con la lingua del cuore e si faceva capire da tutti".
In migliaia hanno riempito piazza Santa Croce. I tifosi in lacrime hanno rotto il silenzio solo con lunghi applausi, dall'arrivo del carro funebre fino al termine della funzione. Firenze e il mondo dello sport sono in lutto. Corone di fiori di amici, parenti e di tutti i club di serie A hanno riempito il sagrato della basilica. Alle finestre dei palazzi che circondano piazza Santa Croce e sulle transenne che delimitano l'ingresso sono stati attaccati striscioni di addio, compreso quello degli Ultras. Il carro funebre partito dal Centro tecnico di Coverciano dove è stata allestita la camera ardente, prima di raggiungere la Basilica, si è fermato davanti al muro spontaneo del ricordo, lungo la cancellata della tribuna dello Stadio Artemio Franchi, dove tifosi e fiorentini hanno lasciato maglie viola, sciarpe, biglietti e mazzi di fiori.
"Il modo improvviso e crudele con cui il capitano ci è stato tolto, ci rinvia alla nostra povertà di creature, che non dispongono di tutto ma che le cose essenziali le ricevono, a cominciare dalla più essenziale, la vita. Una morte, quella di Davide, che ci richiama a maggiore umiltà, a tanta gratitudine, a quel senso del limite che spesso manca in questo tempo di superbia. E non a caso, nel fare memoria del capitano, molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabilità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro" – ha detto durante l'omelia il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze – Al tempo stesso, mentre contempliamo la fragilità della vita, ne scorgiamo anche la grandezza e lo splendore, quella preziosità che la fa tanto rimpiangere quando viene meno. E anche sulla bellezza della vita c'è un messaggio importante che la morte di Davide Astori lascia a tutti noi. Non sempre e non dappertutto la vita è riconosciuta nel suo valore. C'è chi la mette in pericolo con modelli di comportamento nocivi, e chi minaccia la vita degli altri o non ne rispetta la dignità. Troppi nel mondo vedono la loro vita disprezzata, fatta merce, usata, emarginata, non circondata dalle dovute cure", ha continuato il cardinal Betori.
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