Dopo il primo allenamento, il nuovo acquisto della Juventus racconta obiettivi e prime impressioni
Tornata a Boston, la Juventus ha trovato il nuovo acquisto Federico Bernardeschi, pronto per il suo primo allenamento e per la conferenza stampa di presentazione. "Sono stato accolto da persone – ha detto – che hanno fatto la storia del calcio. Sono emozioni quasi indescrivibili. Quando li vedi, sono tutti forti. Sarà bello giocare con ognuno di loro. Siamo una squadra forte e lo dimostreremo, ma quando entri in un club così importante e con dei campioni così, quando giochi ti potrai divertire tanto". In particolare dice di Buffon: "Gigi è un esempio per me e credo che sia un esempio per tutti quanti. La sua storia parla per lui. Quando hai un condottiero con questo spessore, ti viene voglia di seguirlo".
La maglia che porterà in campo è la numero 33. "Se fosse stato per me avrei preso la 10, ma è stata una scelta condivisa della società insieme a me. Il rispetto per la numero 10 deve essere assoluto e per indossarla un giocatore deve meritarsela. La 33 è più pesante, l'ho scelta perché sono credente e religioso". Qualcuno cita Baggio, ma il giovane non si espone: "Baggio è Baggio e come Baggio ce n'è uno. A mio parere, sono sempre sbagliati i paragoni. Baggio forse è stato il più grande calciatore italiano di sempre. A me fa piacere il paragone, ma credo sia poco rispettoso nei suoi confronti"
"C'è molto rispetto per questa maglia. La Juventus – ha detto Bernardeschi – rappresenta uno dei 4-5 top club al mondo. Rappresenta una storia, una parte di storia del calcio mondiale. È un'emozione grande stare qua e voglio viverle tutte dalla prima all'ultima. Della Juve mi ha sempre colpito la mentalità che è riuscita a mantenere negli anni. Quando entri in campo da avversario, noti la grinta, la tenacia e la determinazione".
Poi qualche parole per i tifosi che in questi giorni hanno accolto il suo arrivo con grande calore: "Voglio ringraziare i tifosi e cercherò di ricambiare il favore a loro. Sono felice di aver portato entusiasmo: è una cosa incredibile per un ragazzo come me, che sono giovane e italiano. Le responsabilità fanno parte di questo lavoro".
Sugli striscioni contro di lui comparsi a Firenze dice: "Credo che ci sia una parte di società malsana. Credo che questa sia una cosa brutta e non sono qui per alimentarla. Ringrazio i tifosi che, nonostante tutto, mi hanno detto in bocca al lupo anche se non mi seguiranno più. Questa parte di società va seguita e apprezzata. La parte di società malsana credo che debba stare un po' da sola. Anche se quest'ultima fa molto più rumore". Ma le parole per la sua vecchia squadra sono solo buone: "Un messaggio alla Fiorentina? Io l'ho ringraziata, perché 12 anni sono tanti. Voglio ringraziare la società per quello che ha fatto per me, perché mi ha fatto diventare un uomo, e tutte le persone che mi sono state sempre accanto. Un ringraziamento di cuore".
"Gli obiettivi? Io sono qui – ha concluso – per aiutare la squadra a continuare a fare quello che ha fatto in questi sei anni. Sono qui per dare una mano in più. Hanno vinto sei scudetti di fila, è sempre difficile ripetersi e siamo qui per provare a vincere il settimo scudetto consecutivo. Sappiamo tutti che la Champions è una competizione difficilissima e credo che l'obiettivo sia arrivare nelle prime quattro posizioni"
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