Accolto come una star. Ma basteranno lui, Douglas Costa, De Sciglio e Betancur? Tenersi stretto Paulo Dybala

Il benvenuto a Federico Bernardeschi, l'ultimo acquisto della Juventus, è stato dato in due modi: con il twitter della società ("Piacere di conoscerti"), con cori di insulti a Leonardo Bonucci e con il bagno di folla all'ingresso del centro medico che lo ha accolto di prima mattina per i controlli di rito.

Con una bella faccia sorridente e il ciuffo biondo impomatato di gel, l'ormai ex giocatore della Fiorentina ha accettato il calore dei nuovi tifosi e ha cominciato a prendere gusto alla maglia che dovrà indossare, verosimilmente la numero 10. Maglia che, nella particolare simbologia bianconera, riconduce a Pogba, Tevez, Del Piero, Roberto Baggio, Platini. Non proprio degli scarsoni, insomma.

L'accoglienza particolarmente calorosa e il grido "Bernardeschi ce l'abbiamo noi" danno il senso di quanto i sostenitori della Juventus avessero necessità di aggrapparsi a un acquisto importante per combattere la depressione (milanista), a tal punto da trasformare un ventitreenne di belle, bellissime speranze, in un fenomeno certificato. Invece, si sa, la casacca dei campioni d'Italia pesa, come hanno constatato Marko Pjaca, lo stesso Miralem Pjanic e parecchi altri prima di loro.

Il ragazzo di Carrara, concittadino di Gigi Buffon, partirà per gli Stati Uniti – dove la squadra sta lavorando da una settimana – dopo aver firmato un contratto quinquennale da tre milioni di euro a stagione. Per strapparlo ai viola, la Juventus ha sborsato 40 milioni, più eventuali bonus in caso di cessione, poco meno di quanto ha versato alle casse del Bayern Monaco per Douglas Costa. Proprio i due esterni offensivi, con il laterale basso De Sciglio e il giovane uruguaiano Bentancur garantiscono ai dirigenti bianconeri la sicurezza di aver costruito una squadra più forte rispetto a quella dell'anno passato che poteva contare su Bonucci, Dani Alves e al netto di altri ipotetici addii (Cuadrado, Lichtsteiner, Lemina, Sturaro?). Una sicurezza inscalfibile e tracimante.

C'è poi sempre Dybala tentato dal Barcellona, però Marotta fa muro, almeno con le chiacchiere, dunque è lecito immaginarsi di tutto. L'unica differenza sta nel procuratore: la Joya non è assistito da Mino Raiola, altrimenti sarebbe già sulle ramblas. Passerà l'estate, questa, Paolino. La sensazione è che il popolo si attendesse acquisti diversi per contrastare la superiorità dei competitor europei, in particolare del Real Madrid: in fondo, Cardiff ha scattato un'istantanea aderente alla realtà del rapporto di forze sul campo. Al contrario, per adesso c'è stato un mercato senza botti e senza anima, tasselli da piazzare qua e là per implementare l'organico. Ma di qui a fine agosto Marotta ha tempo per comprare ancora. E vendere.

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