L'ultrà giallorosso è accusato di aver ferito e ucciso il giovane durante gli scontri della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina del 2014
Venti anni di carcere. È la richiesta arrivata, nel processo in corte d'Assise d'Appello, dal pg Vincenzo Saveriano per Daniele De Santis, l'ultrà giallorosso accusato di aver ferito e ucciso Ciro Esposito durante gli scontri che precedettero, il 3 maggio del 2014, la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. De Santis era stato condannato a 26 anni in primo grado, nel maggio dello scorso anno.
Il procuratore generale ha ribadito nei confronti dell'uomo l'accusa di omicidio volontario chiedendo però di non riconoscere l'aggravante dei futili motivi e di assolverlo dall'accusa di rissa "perché il fatto non sussiste". L'uomo ha assistito in aula alla requisitoria del pg, adagiato su una barella con la quale viene portato in aula durante tutte le udienze del processo a causa delle ferite riportate negli scontri di tre anni fa.
Saveriano ha chiesto l'assoluzione per gli altri due imputati, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli. In primo grado i due furono condannati a 8 mesi di carcere per rissa e lesioni, perché ritenuti parte del gruppo che provocò gli scontri durante i quali Ciro venne ferito a morte.
Daniele De Santis sparò contro il giovane, il pomeriggio del 3 maggio del 2014. Il proiettile ferì Ciro a un polmone e arrivò alla colonna vertebrale. Le condizioni del trentenne apparvero subito disperate e il giovane, ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, morì dopo 53 giorni di agonia.
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