I bianconeri stendono i granata 3-1. Doppietta per il 'Pipita'

Nel segno di Gonzalo Higuain la Juventus ha conquistato il derby della Mole e ha spedito un messaggio inequivocabile al campionato, otre che "all'altra" Torino, smaniosa di poter vincere e festeggiare la leadership cittadina. La superiorità dei campioni d'Italia è venuta fuori alla distanza, anche se un paio di episodi della ripresa, in particolare un tiro di Ljajic e una ribattuta su una conclusione di Benassi, avrebbero potuto fare prendere una piega diversa alla gara. Ma se si allarga l'analisi era inevitabile che l'epilogo fosse questo, forse un po' esagerato nel punteggio, però fedele ai rapporti di forza in campo. La squadra di Massimiliano Allegri continua a esprimersi attraverso un gioco sincopato, del resto non va nemmeno dimenticato quanti titolari mancano all'appello e quanti sono in rodaggio, eppure viaggia a ritmi forsennati. Il punto debole bianconero rimane il centrocampo, che ha sofferto molto contro i granata, nell'attesa che a gennaio salti fuori qualche coniglio da cilindro di Marotta; la magia vera, intanto, l'ha compiuta Allegri medesimo, indovinando i cambi e mostrando una malleabilità tattica particolare.

I BOMBER – Rimane una considerazione a margine. Mai negli ultimi anni il derby di Torino era stato così equilibrato a dispetto dei nomi e dei fatturati, di ciò che si diceva ad agosto e di ciò che racconta la classifica. Un derby che Torino e Juventus hanno giocato a viso aperto e che, in fondo, hanno onorato fino alla fine, senza tatticismi e con un coefficiente di nervosismo sintonico alla portata dell'evento. Non è casuale che sulla partita ci sia stata la griffe esclusiva dei bomber, Belotti e Higuain, paradossalmente a lungo trascurati dai compagni, incredibilmente bravi a capitalizzare il rapporto tra occasioni avute e gol fatti. Il Gallo ha cantato il suo jingle, di testa, Il Pipita ha replicato con una zampata tipica del suo repertorio. In realtà, l'argentino ha realizzato anche la rete del sorpasso e n'è mangiato un'altra poco dopo. La sua diciannovesima doppietta in serie A consegna ad Allegri una riflessione: deve essere sfruttato di più e meglio, non perché sia costato quasi 100 milioni ma perché è un fenomeno. A discolpa dell'allenatore c'è l'infortunio di Dybala: l'intesa con il suo connazionale è perfetta e la prova pratica è la dinamica della terza rete, firmata da Pjanic in cui l'ex gioiello del Palermo è stato determinante.

LA SVOLTA – La Juventus, oltre che su Higuain, ha costruito il successo sulla caparbietà di Chellini e Rugani in difesa, lo stesso non si può dire per il Torino che ha avuto in Rossettini e Barreca due debolezze, in Castan un marcatore ordinario. Per la verità, pure il tridente non ha funzionato come Mihajlovic avrebbe voluto: Belotti a parte, giunto al gol numero 11, Falque si è visto di rado e Ljajic è andato a sprazzi. Al netto degli episodi di cui sopra, probabilmente era lecito attendersi di più in fase conclusiva, tanto che il tecnico serbo, per disperazione, a dieci minuti dall'epilogo ha sostituito contemporaneamente Baselli, Benassi e Falque con l'intento di imprimere la svolta. Che però si è materializzata al contrario.

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