Intervista all'ex centrocampista rossonero alla vigilia del derby della Madonnina
"Quando entravo in campo, la prima cosa che guardavo io era sicuramente la curva e la coreografia che nel nostro stadio è sempre straordinaria in partite come queste". Questo il racconto del derby della Madonnina di Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, al telefono con LaPresse. Provate a immaginare: una città spaccata in due, le scalette, il terreno verde, un tifo infernale. E tanta, tanta emozione. Allora, ecco un consiglio per il 18 enne Manuel Locatelli, all'esordio in un Milan-Inter: "Che riesca a isolarsi e possa godere e gioire nel giocare questa partita" che "non è normale, anche se vale tre punti". I rossoneri domani sera dovranno fare a meno, quasi sicuramente, di Alessio Romagnoli in difesa. Ecco la sentenza di Albertini: "Un'assenza molto, molto pesante: è un giocatore di valore assoluto".
Ci sono 8 punti di differenza in classifica fra Milan e Inter, ma forse non è meglio partire favoriti. È d'accordo?
Il Milan, secondo me, sta lavorando molto bene e anche questa situazione di tanti giovani, anche se c'è stata un po' di fortuna per alcuni risultati, si sta rilevando molto positiva per la squadra. Dall'altra parte, l'Inter ha degli ottimi giocatori che, però, fino adesso non sono stati squadra e, quindi, hanno raccolto meno del loro valore.
Questo sarà il primo derby nella carriera di Locatelli. Avrebbe un consiglio da dargli?
La prima cosa, vista la sua età (18 anni, ndr): che riesca a isolarsi e possa godere e gioire nel giocare il derby. È una partita speciale. Quello che mi fa piacere è la differenza tra Milan e Inter: io guardo il Milan e vedo dei giocatori che incarnano sicuramente il senso di appartenenza, che fa piacere molto anche ai tifosi. Guardi l'Inter e c'è veramente poco: l'augurio è di vedere in campo anche per i nerazzurri qualche giocatore cresciuto nel loro vivaio.
Quanto peserà per il Milan l'assenza, che sembra ormai certa, di Romagnoli?
Devo dire che è un giocatore di valore assoluto. Sta crescendo tantissimo. L'anno scorso è rimasto un po' nell'ombra come un po' tutta la squadra. Alla fine, si giudica sempre il singolo nel calcio, ma alla fine dipende anche da quello che sta facendo la squadra. E questa è la forza.
L'assenza di Romagnoli è un'assenza pesante, perché sta prendendo sempre più confidenza con San Siro e sta giocando anche con molta più sicurezza.
E, secondo me, è un giocatore talmente importante che, se non dovesse giocare, come sembrerebbe, è un'assenza molto, molto pesante.
Questo sarà un derby particolare, l'ultimo dell'era berlusconiana, visto il closing imminente. Il Milan domani scenderà in campo anche per il suo presidente?
Seconde me, non è tanto questo. L'affetto a un presidente come Berlusconi lo si dimostra in tutte le partite. Assolutamente, non è solo questo ultimo derby, come sembrerebbe. Bisogna pensare al presente. Il presidente Berlusconi in questo momento è il presidente del Milan. Per il resto vediamo. Aspettiamo il closing per vedere come sarà il futuro.
Da giocatore, quale immagine le viene in mente, se le dico derby?
Devo dire la verità: il fascino del derby, per quello che ho potuto vedere io, è un San Siro pieno, con sugli spalti un tifo per 90', anche con l'apporto dei tifosi nerazzurri. Io credo che il derby chi è cresciuto nel settore giovanile lo sente tantissimo. E, quindi, questo senso di appartenenza e che cosa vuol dire: non è una partita normale, anche se si gioca sempre per i tre punti. La dimostrazione vera è tutto il contorno. Cioè, quando entravo in campo, la prima cosa che guardavo io era sicuramente la curva e la coreografia che nel nostro stadio è sempre straordinaria in partite come queste.
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