Oggi le elezioni per trovare il sostituto di Sepp Blatter a capo del calcio mondiale

A memoria, negli ultimi quarant'anni non c'era mai stata tanta incertezza per la scelta del presidente della Fifa. Un po' perché dal 1974 a oggi si è passati attraverso due dittature (quella di Joao Havelange, durata 24 anni, seguita da quella di Joseph Blatter, in sella dal 1998), un po' perché fino ad ora nessuno scandalo aveva attraversato e sconvolto il Governo del calcio mondiale. E' la ragione per la quale oggi a Zurigo non si celebrerà solo il rituale abbastanza ingessato delle elezioni ma prenderà corpo una rivoluzione epocale, a prescindere da chi sarà il prescelto.

Giusto per capire l'aria che tira, il favorito per la successione del Colonnello, l'attuale presidente della Uefa Michel Platini, ha dovuto abbandonare perché travolto pure lui dalle conseguenze rovinose di un (altro) scandalo. Sei anni di squalifica (otto in prima istanza, poi ridotti) per l'ex fuoriclasse della Juventus, altrettanti per l'ormai ex presidente della Fifa. Morale: si sono fatti la guerra, hanno perso tutti e due. Oggi, in Svizzera, se la giocheranno in cinque, malgrado a conti (dei voti) fatti, i duellanti saranno in realtà due: Gianni Infantino, 45 anni, segretario generale della Uefa, (ex) braccio destro di Platini medesimo, espressione di buona parte (ma non della totalità) del calcio europeo, e Salman Al-Khalifa, 50 anni, sceicco del Bahrein, presidente della confederazione asiatica. Gli altri contendenti sono Ali Bin Hussein, 40 anni, principe di Giordania, che aveva sfidato (perdendo) Blatter alle elezioni del maggio scorso, Jerome Champagne, 57 anni, francese, ex dirigente Fifa, e Tokyo Sexwale, 62 anni, sudafricano, compagno di prigionia di Nelson Mandela.

Si tratta di un'elezione a eliminazione, al primo scrutinio servono i due terzi dei votanti (207), in caso di mancato raggiungimento si continua a votare e a ogni turno si esclude l'ultimo, fino a che un candidato non riesce a ottenere la metà dei voti più uno. Infantino viene considerato un nome spendibile/credibile però privo dell'appeal indispensabile per ricoprire un ruolo così importante e così delicato. Lo sceicco Salman Al-Khalifa rappresenta invece una "ricca" novità, ma non è ben visto dagli americani che preferirebbero Infantino. In assoluto, il gioco degli schieramenti è ancora nebuloso e solo nelle prossime ore, probabilmente al termine delle prime votazioni, gli schieramenti verranno definiti. Resta, in assoluto, la sensazione di un passaggio storico per il calcio. Trasparenza e pulizia sono le parole d'ordine pronunciate da tutti, uno slogan a presa rapida, il biglietto da visita esageratamente ostentato per il nuovo corso. Mentre Blatter e Platini, in particolare quest'ultimo, rosicano. Ed è l'unica cosa certa allo stato dell'arte…
 

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