E' una pianta erbacea che trova le sue origini nelle grandi foreste brasiliane

Una vecchietta con il naso lungo, mento aguzzo, quattro stracci indosso, e una scopa sgangherata di saggina. Così viene rappresentata, nell’immaginario collettivo, la befana, simpaticissima nonnina che la notte tra il 5 e il 6 gennaio si diverte a portar doni poveri e semplici come dolci, caramelle, un po’ di carbone e qualche piccolo giocattolo, a tutti i bambini, ma anche a quelli divenuti adulti, riempiendo le calze lasciate appese in attesa del suo passaggio. Sacco in spalla, ovviamente stracolmo, a cavalcioni della sua fidata scopa volante, passa di tetto in tetto entrando dalle finestre, dai camini, da non si sa bene dove, ma arrivando in tutte le case, sghignazzante con la sua voce roca e tagliente.

Brutta ma buona, la Befana è simpatica e burlona, e se la ride di gusto nella notte buia mentre assolve il suo dovere. In tutto questo svolazzar per tetti, ho immaginato di veder cascare accidentalmente qualche dono dal sacco strabordante, e lì ho capito quanto la pianta che stavo casualmente osservando, in quanto a tiro di sguardo, fosse molto simile alla simpatica vecchietta volante. Foglie allungate, aguzze e maculate, fiori appesi e riuniti in grappoli, che di tanto in tanto si staccano e cascano al suolo. L’ho guardata bene quella pianta, e sì, se è vero che la befana esiste, allora può anche esser vero che abbia una pianta che le assomiglia, e quella pianta è la Begonia Tamaya.

Begonia tamajaLa Begonia Tamaya, conosciuta anche come begonia corallina, appartiene alla famiglia delle Begoniaceae, ed è una pianta erbacea che trova le sue origini nelle grandi foreste brasiliane. Si presenta in modo assai particolare, assolutamente asimmetrico e scomposto, con fusti simili a quelli del bambù, ma più piccoli e di colore verde chiaro, che tendono a lignificare nel corso degli anni. le foglie allungate possono arrivare fino a 15-20 cm, e sono lanceolate, con margine frastagliato, abbastanza carnose, anch’esse di colore verde chiaro, e presentano delle punteggiature chiare, delle efelidi argentate che rendono questa pianta davvero bella e unica. Da marzo fino alla fine dell’autunno (ma potrebbe fiorire tranquillamente anche tutto l’anno, dipende dall’umore), produce vistosi grappoli di fiorellini rosati o rossi, pendenti.

Insomma, facendo i dovuti confronti, tutto sembra tornare: le foglie allungate e aguzze, come il suo viso, portano persino i segni puntinati della pelle invecchiata, i suoi fiori sembrano sacchi di doni pronti a lasciarsi cadere nelle calze variopinte appese ai camini, e infine, i rami sono fusti rigidi come bambù che, guarda a caso, vengono utilizzati anche per farci i manici delle scope.

E allora festeggiamo l’Epifania, e festeggiamo la befana, che è il simbolo dell’anno vecchio appena passato, e al contempo simbolo di buon auspicio, grazie ai suoi dolcetti, di quello che abbiamo appena iniziato, ma festeggiamo anche questa bellissima pianta, tanto stramba e tanto simile alla nostra amata vecchietta volante. E se le lasceremo in un piatto, un mandarino o un’arancia e perché no, anche un bel bicchiere di vino, ne sarà felice, perché il lavoro da svolgere per la befana è parecchio, e comunque, ha pur sempre una certa età.

L’ultimo fiore all’occhiello

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