E' conosciuto anche con il nome di “femmina nuda”, per la sua caratteristica di fiorire senza foglie
Il fiore di cui vi parlo questa settimana nasce da un bulbo tondeggiante di color marrone, grande quanto una palla da baseball. Da questo bulbo si diramano delle lunghe foglie verdi e carnose, che compaiono solo dopo la fioritura. I fiori, semplicemente meravigliosi, sbocciano all’apice di un lungo stelo dalla circonferenza eccezionalmente grande per il mondo floreale, si raccolgono in gruppi e ricordano per forma e portamento la campana di un grammofono. Questo fiore è conosciuto anche con il nome di “femmina nuda”, per la sua caratteristica di fiorire senza foglie oppure, ancor più divertente, con l’appellativo di “suocera e nuora”, per la tendenza dei fiori a sbocciare dandosi le spalle. Cari amici, oggi vi voglio parlare dello splendido Amaryllis.
L’Amaryllis è una pianta bulbosa proveniente dalle coste del Sudafrica. Appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae e ne esistono diverse specie, di cui la più conosciuta è l’Amaryllis belladonna, comunemente chiamata con il nome di amarillide. Ma bisogna fare attenzione, perché spesso l’Amaryllis viene confuso con un’altra pianta bulbosa molto simile e appartenente alla stessa famiglia, l’Hippeastrum. A distinguere i due, poche ma evidenti caratteristiche: l’Hippeastrum produce in genere 4 grandi fiori disposti a croce che, nella maggior parte dei casi, non profumano; L’Amaryllis, invece, produce gruppi di fiori leggermente più piccoli, che vanno dagli 8 ai 16 fiori e che sono molto, molto profumati.
Sia l’Amaryllis che l’Hippeastrum sono piante pazzesche, probabilmente uniche nel panorama floreale. Ciò che le caratterizza e differenzia dagli altri fiori da bulbo, oltre che le dimensioni dello stesso, è lo stelo che si innalza fino a 70-90 cm di altezza. Le due specie, soprattutto grazie alle molteplici ibridazioni degli Hippeastrum, propongono fioriture di svariati colori, dal bianco, al rosa, al fucsia, passando per il rosso intenso e i colori variegati. Ma vorrei soffermarmi in particolare sullo stelo alto e cavo all’interno. Proprio così, lo stelo al suo interno è vuoto. Come una torre, fortificata fuori ma cava nel suo interno, lo stelo si erge alto per far esplodere i suoi fiori, ed è molto forte: è capace, infatti, di sostenere il peso dei suoi fiori e, grazie alla sua particolare conformazione cava, è in grado di contrastare le oscillazioni della chioma florale prodotte dai venti. Un bell’esempio di ingegneria botanica.
Il significato dal greco antico del nome Amaryllis è brillare, scintillare, risplendere, e significati più appropriati non potrebbero proprio esserci per questo incredibile fiore, che possiamo trovare reciso da inserire in un vaso d’acqua fresca, oppure possiamo decidere di coltivarlo senza troppi grattacapi. Acquistando il bulbo è bene accertarsi che sia integro, senza graffi o marciumi, e che le radici siano intatte. Va interrato tra settembre e ottobre per poterlo veder fiorire in primavera, e anche se è ormai comune nelle nostre zone, ed è una presenza abituale da fioristi e garden Center, non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di una pianta tropicale e in quanto tale teme il freddo. Possiamo pertanto decidere di coltivare l’Amaryllis in vaso o in piena terra, tenendo conto del fattore climatico invernale. Posizionato in una zona soleggiata, sarà in grado di regalarci parecchie soddisfazioni con fioriture fantastiche, dato che lassù, in cima alla torre delle meraviglie, come in una fiaba, esploderà con tutta la magica bellezza della sua fioritura.
Il fiore della settimana scorsa
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