L'allarme del ministero dell'Ambiente nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: cresce il pericolo di eventi meteo estremi e di incendi

In Italia sta per finire l’anno con le temperature più calde di sempre ma, secondo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici pubblicato oggi dal ministero dell’Ambiente, entro il 2100 vedremo tra uno e cinque gradi in più. Il piano, che dovrà essere approvato definitivamente dopo la fase di consultazione pubblica, nel dettaglio precisa che “entro il 2100 è attesa mediamente sull’area italiana una crescita” della temperatura “con valori compresi tra un grado” in base allo scenario climatico migliore  e “cinque gradi” in base allo scenario climatico peggiore. Nello scenario migliore le “emissioni” vengono “dimezzate entro il 2050” e “si avvicinano allo zero più o meno in 60 anni a partire da oggi“, mentre in quello peggiore (caratterizzato dal “consumo intensivo di combustibili fossili”) la “crescita delle emissioni” continua “ai ritmi attuali”, e “entro il 2100” le “concentrazioni atmosferiche di CO2” sono “triplicate o quadruplicate rispetto ai livelli preindustriali”.

Nel futuro, dunque, il ministero prevede che la domanda di energia per l’Italia sarà più bassa per il riscaldamento durante l’inverno e molto più alta per l’aria condizionata in estate: si stima “una generale riduzione, in particolare nelle aree montane, dei gradi” al “giorno di riscaldamento e un generale aumento dei gradi” al “giorno di raffrescamento per le aree pianeggianti e costiere”. Una tendenza, viene spiegato, influenzata “anche dall’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di caldo“. C’è da attendersi, infatti, “un aumento generalizzato del pericolo legato alle ondate di caldo” e “una generale riduzione dei fenomeni di ondata di freddo sull’intero territorio nazionale”. Questo potrebbe portare a una crescita del numero di incendi, “fino al 20%” in più sugli Appennini e sulle Alpi. 

Il documento affronta infine il 2022 che si sta per concludere, registrando un -40% di pioggia sul territorio nazionale e allo stesso tempo l’aumento degli eventi estremi come le alluvioni. Il piano ricorda la carenza idrica di questa estate, lo sgretolamento del ghiacciaio della Marmolada, il caldo eccezionale anche per diversi giorni di fila, le tempeste di fine agosto e settembre nelle Marche, fino all’alluvione e alla frana di Ischia. 

 

 

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