Il partito ha intenzione eliminare la clausola che prevede lo stop dopo due mandati consecutivi. Così Xi diventa più potente di Mao

Il Partito comunista cinese vuole abolire i limiti di mandato presidenziale, aprendo la strada ad un futuro con Xi Jinping capo dello Stato anche dopo il 2023. Il comitato centrale del partito ha proposto di eliminare dalla Costituzione la clausola secondo cui un presidente "non resterà in carica per più di due mandati consecutivi" di cinque anni.

Xi, che è anche capo del partito e considerato il leader più potente della Cina dai tempi di Mao Zedong, è presidente dal 2013 e sotto l'attuale sistema dovrebbe dimettersi nel 2023. Il cambiamento proposto, che si applicherebbe anche al vicepresidente, sarà presentato ai legislatori durante la sessione annuale del Congresso nazionale del popolo che partirà il 5 marzo.

Nel diciannovesimo congresso del partito, tenutosi lo scorso ottobre, la filosofia politica personale di Xi è stata inclusa nella carta del partito, un onore concesso finora solo a Mao. Da quando ha assunto il ruolo di segretario generale del partito alla fine del 2012, Xi ha intrapreso una battaglia spietata contro la corruzione, nel corso della quale è stato punito oltre un milione di persone.

La sua presidenza, tuttavia, è stata contrassegnata anche dal ritorno di un forte culto della personalità e da una profonda repressione della democrazia e dei diritti umani. E proprio in quest'ottica, molti considerano la proposta del 'no limits' come un mezzo per sradicare l'opposizione interna.

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