"Non credo che abbiano influenzato le elezioni da un punto di vista informatico"

"Il report della Cia è allarmante: ma non sorprendente. I tentativi russi di inquinare le elezioni americane hanno una lunga storia che risale ai tempi della guerra fredda e dell'Unione sovietica". Lo dice Calder Walton, storico del Belfer Center for International Affairs di Harvard, specializzato in storia dello spionaggio e delle relazioni fra servizi segreti in una intervista a La Repubblica. Autore di 'Empire of Secrets. British Intelligence, the Cold War and the Twilight of Empire', collabora con la rivista online Politico. Il report, spiega, è credibile: "Chi dice che le accuse non sono sostanziate da prove sbaglia: questo genere di report non mette a repentaglio le fonti – sottolinea – non svela i metodi. Mette nero su bianco i risultati di accurate analisi. Che un'interferenza russa sulle elezioni ci sia stata è certo".

Ma ha inciso sul risultato? "Non credo che abbiano influenzato le elezioni da un punto di vista informatico, intervenendo cioè sui dati. Ma hanno fatto un efficacissimo lavoro di disinformazione, diffondendo notizie parziali o false, come d'altronde già in passato. La differenza oggi è che attraverso i social quel tipo di intervento è più efficace".
 

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