La scia di polemiche si ingrossa l'indomani del via libera della Camera

Anche per i vitalizi è arrivato il giorno dopo, quello dei ripensamenti. La scia di polemiche si ingrossa l'indomani del via libera della Camera a un provvedimento che, a politici di diverse estrazioni, sembra controverso e dai profili incostituzionali. Al centro delle critiche, il rischio che deriva da far passare una legge retroattiva che potrebbe valere non solo per le pensioni dei parlamentari, ma per quelle di tutti i cittadini.

La legge approvata ieri infatti prevede il ricalcolo con il sistema contributivo dei versamenti pregressi dei deputati. Il nodo spacca al loro interno i partiti e i tradizionali schieramenti. Forza Italia insiste sull'incostituzionalità della legge e Renato Brunetta critica apertamente la posizione del governatore azzurro Giovanni Toti, più vicino alla Lega che a Fi. "Ho molte perplessità – spiega il capogruppo dei deputati di Fi – in merito alle perplessità che l'amico Toti ha espresso sulla scelta del gruppo di Forza Italia della Camera dei deputati di non partecipare al voto finale sulla finta abolizione dei vitalizi". E la deputata Gabriella Giammanco sottolinea che il ricalcolo potrebbe creare un precedente per venti milioni di italiani. Per Francesco Paolo Sisto si tratta di una "legge truffa" che "ammazza" la Costituzione.

Ma a favore della proposta Richetti hanno votato alcune deputate Fi, in dissenso dal gruppo. Rilievi si registrano non soltanto nel centrodestra, ma anche all'interno del Pd. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando non usa mezzi termini: "Non è una vittoria, ma una concessione demagogica al senso comune". Parole opposte a quelle usate poche ore prima dal relatore Matteo Richetti, secondo cui non si tratta di "una battaglia populista contro la casta". Si crea un precedente pericoloso che rischia di essere esercitato su altri tipi di pensionati. Bisognava mettere un tetto agli stipendi dei parlamentari e alle pensioni, ma senza procedere al ricalcolo". Il Guardasigilli riconosce che "spesso Renzi ha inseguito i 5 stelle", commenttendo "un errore".

Orlando avrebbe preferito altri interventi, come l'introduzione di un tetto massimo alle pensioni dei parlamentari e agli stipendi. Stessa linea espressa da un altro deputato Dem, Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro, che ieri non ha partecipato al voto. Damiano attacca la retroattività del ricalcolo dei cosiddetti vitalizi: "una volta che il principio è passato", è il ragionamento, si potrebbe creare "un precedente molto pericoloso". Soltanto Lega e M5S gioiscono senza ripensamenti. "Abbiamo votato convintamente a favore della Legge Richetti che abolisce l'ignobile privilegio dei vitalizi agli ex parlamentari – dichiara Cristian Invernizzi -. Ci rammarica che, ad eccezione delle coraggiose Gelmini e della Santanchè, Forza Italia non abbia partecipato al voto".

Mentre Luigi Di Maio gioisce perché "è stata abolita una vergogna" e rilancia: "C'è tanto altro da cambiare, io sono contento per ieri, ma dobbiamo lavorare sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, sulle pensioni privilegiate, sulle auto blu". Oltre le polemiche però ci sono le scadenze e i numeri. Per il segretario di Scelta civica Enrico Zanetti "non manca il tempo ma i voti". "Al Senato saranno favorevoli solo i gruppi del PD, M5S e Lega. Gli altri alla Camera hanno già votato contro o si sono astenuti. Anche Ala voterà contro", spiega. Molto dipenderà da cosa decideranno di fare Articolo1-Mdp e Forza Italia, che a Montecitorio hanno deciso rispettivamente di astenersi e di non partecipare al voto.

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