Vittoria di misura in un confronto incentrato sulla politica estera e sulle relazioni con la Russia

La politica estera e le controverse affermazioni di Donald Trump durante la campagna elettorale hanno tenuto banco nel primo e unico dibattito tra i candidati a vicepresidente Usa. Da una parte il senatore democratico Tim Kaine, dall'altra il governatore dell'Indiana il repubblicano Mike Pence. Quello di Farmville (Virginia) è stato un faccia a faccia  teso. Kaine si è dimostrato più aggressivo, mentre lo sfidante Pence più calmo. Il dibattito, diviso in nove segmenti di 10 minuti ciascuno, ha affrontanto, tra l'altro, la relazione tra il magnate Trump e il presidente russo Putin e il ruolo di Hillary Clinton quando era capo della diplomazia americana. 

Pence ha accusato Clinton di far parte di una amministrazione, quella Obama, che ha lasciato "il mondo fuori controllo" nel corso dei quasi otto anni di governo alla Casa Bianca. Per il candidato republicano lo testimonia l'attuale situazione della Siria. Kaine ha invece rinfacciato allo sfidante il rapporto tra Putin e Trump.  "Tu ami la Russia, entrambi avete detto che Vladimir Putin è un leader migliore del presidente Obama. E' chiaro che Trump abbia relazioni commerciali con oligarchi russi". 

Secondo gli analisti e i sondaggi dei media statunitensi il tono meno aggressivo di Pence e la  strategia di non cercare giustificazioni alle affermazioni di  Trump (affrontando i problemi da un altro punto di vista) avrebbe dato la vittoria del confronto, anche se di stretta misura, al candidato vice repubblicano.

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