Il quotidiano cita documenti trovati nell'Università di Mosul

Lo Stato islamico avrebbe testato alcune armi chimiche sui prigionieri,  sfruttati come vere e proprie 'cavie umane' e morte dopo un'agonia lunga anche dieci giorni, in esperimenti di 'stile nazista'. Lo rivela il quotidiano britannico Times in possesso di alcuni documenti, ritrovati nascosti nell'università di Mosul da parte delle forze speciali irachene dopo aver riconquistato parte della roccaforte dai jihadisti.  I militari hanno scoperto in quelle stanze occupate dall'Isis tracce di agenti chimici come l'iprite. Inoltre, gli stessi laboratori dell'edificio erano stati convertiti in siti dove venivano sviluppate armi chimiche. Le ultime rivelazioni del Times, che arriverebbero dagli apparati di sicurezza americani e britannici che avrebbero visionato i documenti, rivelano altri particolari: i jihadisti avrebbero avvelenato per giorni i pasti dei prigionieri con composti di pesticidi, tallio, nicotina e altre sostanze, portandoli alla morte dopo lunghe agonie, durate anche settimane. Sempre nei documenti, i terroristi parlano di 'arma letale ideale' e sostengono di essere in possesso "di diverse soluzioni" per colpire l'Occidente. Uno scenario che il Times non ha esitato a definire "un salto indietro verso il nazismo".
 

 

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