L'allarme nell'ultimo rapporto dell'intelligence italiana presentato in Parlamento

In Italia la minaccia jihadista rimane "concreta ed attuale". Lo rileva la relazione annuale dell'intelligence presentata oggi. "Il nostro Paese è oggetto dell'attività propagandistica ostile di DAESH e continuano ad essere presenti nel suo territorio soggetti radicalizzati – tra i quali 'islamonauti' italofoni – o comunque esposti a processi di radicalizzazione" si legge. In particolare è all'attenzione dell'intelligence, prosegue "il pericolo rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da 'registi del terrore'. 

"Anche lo scorso anno, la minaccia rappresentata dal terrorismo jihadista ha occupato un posto di priorità assoluta nelle agende di sicurezza (e nelle attività di collaborazione internazionale), con DAESH protagonista ed al Qaida determinata a riappropriarsi del centro della scena. Il primo ha subìto sconfitte pesanti sul piano militare e si è ridotto ulteriormente nella sua dimensione territoriale e finanziaria, ma potrebbe essere ancora in grado di colpire l'Occidente, e soprattutto l'Europa, anche con cellule ben addestrate. La seconda resta impegnata a perseguire i suoi obiettivi di lungo termine e rimane preminente in aree del Maghreb, del Sahel, della Penisola Arabica, del Corno d'Africa e della Siria" conclude la relazione. 

Ma la minaccia più significativa è stata rappresentata ancora una volta dallo spionaggio digitale "appannaggio quasi esclusivo di attori strutturati, che hanno colpito target critici per sottrarre loro know-how pregiato ed informazioni sensibili da impiegare in sede di ne goziazione di accordi di natura politico-strategica", rileva ancora il rapporto. "Altro filone d'interesse è quello connesso con la minaccia ibrida, che si traduce in campagne di influenza che, prendendo avvio con la diffusione online di informazioni trafugate mediante attacchi cyber, mirano a condizionare l'orientamento ed il sentiment delle opinioni pubbliche, specie allorquando queste ultime sono chiamate alle urne" conclude.

E il direttore generale del Dis, Alessandro Pansa, avverte: le minacce che vengono dall'universo cyber continuano "ad essere un mondo con il quale ci dobbiamo confrontare", anche se "lo spionaggio cyber viene talvolta poco valutato, perché l'attenzione di concentra su casi estorsivi, come quello di 'wannacry'".

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