Il genero di Trump in una dichiarazione in vista dell'audizione al Congresso: "Nessun contatto improprio"

"Non ho cospirato, né conosco alcuno che nella campagna elettorale lo abbia fatto, con governi stranieri". Parola di Jared Kushner, consigliere e genero del presidente americano Donald Trump, che oggi ha diffuso una dichiarazione scritta in vista dell'audizione a porte chiuse al Congresso sui contatti con la Russia nella campagna presidenziale dello scorso anno. "Non ho avuto contatti impropri. Non ho fatto affidamento su fondi russi per finanziare le mie attività imprenditoriali nel settore privato", ha affermato Kushner, parlando di "forse quattro contatti con delegati russi" durante la campagna elettorale 2016 e il periodo di transizione dopo la vittoria di Trump.

Kushner affronta due giorni di audizioni a porte chiuse al Congresso questa settimana, in relazione al cosiddetto Russiagate. Oggi è atteso alla commissione Intelligence del Senato, domani alla commissione Intelligence della Camera. Un altro panel, la commissione Giustizia del Senato, sta invece negoziando con il capo della campagna elettorale repubblicana Paul Manafort e con il figlio maggiore di Trump, Donald Trump Jr, sulla loro testimonianza.

Kushner afferma di aver incontrato l'allora ambasciatore russo, Sergey Kislyak, a Washington nell'aprile 2016 e di avergli stretto la mano. Aggiunge di non ricordare telefonate con lui tra l'aprile e il novembre di quell'anno, riportate da Reuters, e di non averne trovata traccia nei tracciati telefonici. Quindi, si definisce "dubbioso sul fatto che abbiano avuto luogo". In un incontro con Kislyak dopo le elezioni, il 1 dicembre, il consigliere di Trump dice poi di aver espresso il desiderio che gli Usa avessero un nuovo inizio con la Russia.

"Il fatto – spiega ancora Kushner – che io chiedessi di come iniziare un dialogo dopo il giorno delle elezioni dovrebbe essere chiaramente visto come una forte prova che non ero consapevole che ne esistesse uno già prima del voto", ha scritto Kushner. Questi non aveva inizialmente dato notizia di incontri con i russi, sui moduli compilati per avere l'autorizzazione di sicurezza governativa. In seguito ha poi rivisto quei moduli più volte, e afferma di aver mandato le informazioni in modo prematuro per errore e di avervi omesso tutti i contatti con l'estero, non solo quelli con i russi.

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