La società non avrebbe pagato le tasse in Italia versando le imposte al fisco irlandese

Sono cinque i manager di Google che sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Milano nell'ambito dell'indagine su una maxi evasione da 227 milioni di euro che il colosso di Mountain View avrebbe messo a segno tra il 2009 e il 2013.

Due dei manager sui quali si stanno concentrando le indagini del pm Isidoro Palma e del procuratore aggiunto Francesco Greco hanno rivestito in periodi diversi la carica di presidente di Google Italia; altri due, invece, hanno avuto incarichi di vertice sia nel Cda della controllata italiana del motore di ricerca sia nel board di Google Ireland Ltd. Il quinto manager, infine, è stato indagato in qualità di legale rappresentante della società con sede a Dublino. Tutti e cinque, nelle prossime settimane, riceveranno l'avviso di conclusione delle indagini. Il documento, per il momento, è ancora sul tavolo del procuratore aggiunto Francesco Greco per le ultime "limature", prima di essere tradotto in inglese e recapitato agli interessati.

Da quanto è emerso da due anni di indagini della Guardia di Finanza, il colosso di Mountain View aveva dato vita ad una "stabile organizzazione occulta" nel nostro Paese: aveva aperto un ramo della società che lavorava regolarmente e aveva siglato accordi per contratti pubblicitari con clienti italiani, ma non pagava tutte le imposte dovute al fisco. In particolare, Google Italia avrebbe dirottato nella sede di Dublino i profitti dall'attività commerciale italiana, in modo da contabilizzarli in Irlanda e beneficiare così di un trattamento fiscale più favorevole. Secondo l'accusa, Google non avrebbe dichiarato 100 milioni di euro di fatturato, per il quali avrebbe dovuto versare all'Erario imposte pari a circa 27 milioni. A questi si andrebbero ad aggiungere altri 200 milioni di euro di ritenute su royalties.

Si tratta di un caso analogo rispetto a quello che ha già coinvolto Apple. Il colosso fondato da Steve Jobs, infatti, era accusato di aver evaso imposte per circa 880 milioni di euro. Nel dicembre scorso aveva sanato il contenzioso tributario staccando un assegno di 318 milioni a favore dell'Agenzia delle Entrate. A Milano sono indagati tre manager del gruppo di Cupertino, anche loro per omessa dichiarazione dei redditi. Si tratta del manager della società con sede a Dublino Apple Sales International Michael Thomas O'Sullivan e due figure di vertice della controllata italiana, l'amministratore delegato Enzo Biagini e il direttore finanziario Mauro Cardaio. L'indagine a loro carico è stata chiusa nello scorso marzo scorso e loro posizione si è alleggerita dopo il risarcimento concordato con l'Agenzia delle Entrate. Una scelta, quella di trovare un accordo con il Fisco, che potrebbe preludere ad un patteggiamento sul fronte penale.

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